VIDEO. PIETRAPERZIA. Nella chiesa del Carmine, presentato il medaglione con l’effigie di Matteo Barresi III.

VIDEO. PIETRAPERZIA. Nella chiesa del Carmine, presentato il medaglione con l’effigie di Matteo Barresi III.

- in Barrafranca

L’evento organizzato da “Amici della Biblioteca”, “Sicilia Antica”, Circolo di Cultura e Comune di Pietraperzia. Ad organizzare, pure Comune di Barrafranca, Radioluce Barrafranca, oltre alle associazioni barresi Centro Studi “Presidium”, Salotto Artistico letterario “Civico 49” e Circolo di Cultura. Presenti Salvuccio Messina e Giuseppe Lo Monaco, rispettivamente sindaci di Pietraperzia e Barrafranca. Presenti anche gli assessori della giunta di Salvuccio Messina: Angelica Zarba, Rosalba Ciulla, Salvatore Russo e Carlo Falzone. Tra il pubblico anche l’assessora Claudia Ingala – della giunta Lo Monaco – e il presidente del consiglio comunale di Pietraperzia Giuseppe Micciché. C’erano pure Don Osvaldo Brugnone e don Giuseppe Rabita – rispettivamente parroco di Santa Maria Maggiore Chiesa Madre e Madonna delle Grazie di Pietraperzia – e Giuseppe Maddalena, Governatore della confraternita “Maria Santissima del Soccorso”. Al tavolo della presidenza, lo storico dell’arte Gianluca Micicché, gli storici Giovanni Culmone, Angelo Salamone, lo scrittore e storico Salvatore La Monica, l’archeologo e storico Liborio Centonze e il geologo Salvatore Palascino. A presentare, Rita Bevilacqua ed Emiliano Spampinato. Ad apertura della serata, Saluti e il Benvenuto da parte di Don Osvaldo Brugnone. Subito dopo, l’intervento di Emiliano Spampinato, vicepresidente di Amici della Biblioteca. “A breve distanza di tempo dal ritorno a Pietraperzia delle 4 cariatidi di Antonello Gagini, presentiamo un’altra opera attribuibile allo stesso Antonello Gagini: il medaglione con l’effigie di Matteo Barresi III. E’ la storia dei due Angeli”. Il riferimento di Emiliano Spampinato è allo storico dell’arte barrese Angelo Faraci e allo storico pietrino Angelo Salamone. Il primo, con il suo intuito, ha consentito il recupero delle 4 cariatidi. Angelo Salamone è stato invece l’autore del recupero del medaglione. Emiliano Spampinato ha detto pure che il medaglione verrà conservato in un luogo sicuro in attesa della sistemazione definitiva. “Questo – ha detto ancora Emiliano Spampinato – è un affascinante viaggio nel passato tra storia, arte e cultura”. Rita Bevilacqua ha detto che l’iniziativa è il frutto del coordinamento di Barrafranca e di Pietraperzia. Dobbiamo adoperarci per sviluppare e valorizzare –“ ha detto ancora Rita Bevilacqua – la storia e la cultura di Barrafranca e di Pietraperzia. Le nostre storie e le nostre comunità – Barrafranca e Pietraperzia – hanno numerosi punti di contatto”. “Matteo Barresi, Marchese di Pietraperzia – ha detto ancora Rita Bevilacqua – divenne signore di Convicino che chiamò Barrafranca. Ognuno di noi deve comprendere la storia attraverso documenti inediti”. Il sindaco di Barrafranca Giuseppe Lo Monaco: “E’ un evento storico e culturale per le due comunità per le tradizioni che ci accomunano ma anche per la vicinanza geografica e per l’amicizia che ci contraddistingue”. Il sindaco di Pietraperzia Salvuccio Messina: “Grazie a queste scoperte, ognuno esce culturalmente più ricco. Le opere che Matteo Barresi commissionò al Gagini sono numerose. Purtroppo le due comunità, nel passato, sono state spogliate di numerosi beni preziosi”. “Per fortuna – ha concluso Salvuccio Messina – negli ultimi tempi stiamo assistendo ad una inversione di questa tendenza”. Salvatore La Monica, nel suo intervento, ha parlato della famiglia Barresi. Lui ha poi detto di avere portato all’imprenditore pietrino Salemi le foto delle 4 cariatidi dopo il furto delle 4 preziose opere. Questo dono delle foto per sopperire alla mancanza delle quattro virtù trafugate poco tempo prima. “Il medaglione di Matteo Barresi – ha continuato Salvatore La Monica – è il frutto di un contesto storico. Nel 1518 Matteo Barresi viene inviato, dal viceré dell’epoca, a Piazza Armerina dove si registravano numerose liti tra nobili del luogo. Matteo Barresi si reca in quel centro e fa impiccare 12 persone. Altri vengono mandati in esilio. Lo stesso Matteo Barresi commissiona inoltre anche opere per la vicina Barrafranca. Lui però non è in buoni rapporti con alcuni suoi parenti tra cui Ponzio Santapau”. Salvatore La Monica ha poi citato i fatti che precedettero l’esecuzione di Matteo Barresi. “Il medaglione – ha detto ancora La Monica – era la sua autocelebrazione”. Salvatore Palascino ha evidenziato l’importanza del castello Barresio di Pietraperzia e sottolineato che l’antico maniero dimostrava la potenza della famiglia Barresi. “Questo avamposto militare – ha continuato Salvatore Palascino – era stato voluto dai Normanni per controllare la vallata del fiume Salso”. Lui ha poi parlato delle strade di accesso al castello e del rifornimento idrico con l’acqua Canalicchio che era un’acqua di sorgente e delle vie di accesso per prelevare l’acqua. Salvatore Palascino ha concluso: “Abbiamo il dovere di preservare il castello Barresio per le future generazioni”. Liborio Centonze ha parlato del territorio di Pietraperzia nell’antichità e di alcuni feudi tra cui Caprara e Fastuchera. Angelo Salamone ha ripercorso il cammino per il ritrovamento del medaglione di Matteo Barresi III. Il manufatto, insieme a numerose altre – circa 500 – apparteneva al collezionista Mario Scaglia che possedeva numerose medaglie che poi lui cedette alla Accademia Carrara di Bergamo. Il medaglione di Matteo Barresi III arriva a Pietraperzia grazie al “gancio” di una famiglia pietrina. Anche Angelo Salamone lancia l’invito a salvaguardare e valorizzare l’antico maniero di Pietraperzia. E ha concluso: “Se Matteo Barresi non avesse avuto il castello di Pietraperzia non avrebbe potuto fondare Barrafranca”. Gianluca Micciché ha parlato del mecenatismo della famiglia Barresi. Il castello è stato oggetto di vari interventi di restauro. “Matteo Barresi III – ha detto ancora Gianluca Micciché – porta avanti quanto iniziato da suo padre Giovanni Antonio II il quale colloca, in una nicchia del castello un busto, opera – si suppone – di Domenico Gagini, padre di Antonello Gagini. “Queste opere testimoniano i rapporti esistenti tra la famiglia Barresi e gli artisti dell’epoca. Matteo Barresi III fu il primo marchese di Pietraperzia e di Convicino”. Gianluca Micciché ha poi mostrato una carta topografica custodita nell’Archivio di Stato di Torino. In tale carta topografica figura anche il castello di Pietraperzia”. Lo storico dell’arte pietrino ha poi mostrato la foto dello spinario commissionato ad Antonello Gagini. Gianluca Micciché ha concluso: “Le committenze ad Antonello Gagini continuano nel tempo e si suppone che il medaglione che riproduce l’effigie di Matteo III Barresi sia opera di Antonello Gagini”. A conclusione della serata, Giovanni Culmone ha parlato delle numerose opere d’arte che si trovano nella chiesa Madre Santa Maria Maggiore di Pietraperzia tra cui le 4 Virtù di Antonello Gagini. GAETANO MILINO

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