Siciliani e Sicilianità-“Il pappagallino indovina ventura”

Siciliani e Sicilianità-“Il pappagallino indovina ventura”

Chi si ricorda del “Pappagallino indovina ventura” o “pappagaddinu da vintura”? Era un pappagallino che, con il suo becco, prelevava da una gabbietta un foglietto colorato, il fogliettino “pianeti della fortuna”, su cui era scritta la “ventura”, ossia la previsione dell’avvenire o sorte a cui era destinato l’uomo. Andiamo per ordine.

Intorno agli anni 50/60 del secolo scorso, non era insolito vedere circolare nei paesi, soprattutto durante le feste e le sagre, strani forestieri con un pappagallino dentro una cassetta o gabbietta piena zeppa di bigliettini di tonalità diverse. Secondo il ricordo di alcuni anziani, a Barrafranca (EN) era una zingarella (o zingarello) che girava per le strade avvicinando le persone che incontravano o bussando a ogni casa, per offrire il loro speciale servizio: “a lettura da vintura”, ossia la lettura del futuro. Con la modica somma di cinque lire o con pagamento in natura, la zingarella ti prediceva il futuro. La procedura era sempre la stessa: questa chiedeva all’interlocutore l’età, il sesso e lo stato civile e dopo la risposta apriva la gabbietta e il pappagallino con il becco estraeva un bigliettino colorato. C’era chi invece, spaventato dalla lettura del futuro, dava all’avvenente zingarella il denaro, senza farsi estrarre il bigliettino.

Bigliettino “Pianeta della Fortuna”

I bigliettini facevano parte della raccolta conosciuta come “I pianeti della fortuna”. Si tratta di pubblicazioni popolari molto diffuse che riportavano su foglietti di diverso colore e di piccolo formato (cm 9×12) predizioni sul futuro e l’indicazione dei numeri fortunati per il gioco del lotto. Prevedevano pronostici personalizzati per le diverse categorie di lettori (per uomini, donne, bambini, mariti, etc.) ed erano caratterizzati da semplici vignette. Furono inventati intorno alla metà del XIX secolo dal tipografo Giuseppe Pennaroli di Fiorenzuola d’Arda e distribuiti ai venditori ambulanti che li raccoglievano in una cassetta ed estratti da un pappagallino.

Bigliettino “Pianeta della Fortuna”

Questi bigliettini venivano visti dalle classi meno abbienti come una sorta di riscatto, la possibilità di “un’altra vita”, la speranza di un futuro migliore, l’aspirazione al benessere e ad una sorta di giustizia sociale, fornita dalla previsione scritta in cui bigliettini colorati che, non a caso, rispecchiavano le aspettative delle classi subalterne. Amore, ricchezza, fortuna erano previsioni per tutti e la credere in forniva alla gente comune la credenza in un riscatto sociale.

Locandina mostra 

A tal proposito l’antropologo siciliano Antonino Uccello nell’introduzione alla “Mostra di documenti originali della pubblicazione I pianeti della fortuna. Canzoni e vignette popolari dell’antica tipografia G. Pennaroli di Fiorenzuola d’Arda” del 1975 scrive: «Molti di noi hanno forse avuto “indovinata la ventura” da uno di questi foglietti- pianeti coloratissimi illustrati da una rozza vignetta che a noi ragazzi qualche volta è capitato di prendere dal becco di un pappagallo portato in giro in una gabbietta da un ometto che faceva il mestiere di vagabondo. Questi “foglietti” hanno rappresentato una sorta di fata morgana, la vita altra cui le classi subalterne hanno sempre aspirato. L’oracolo racchiuso in questi “fogli” protrae nel tempo la segreta speranza dei poveri e degli sfruttati che possono trovare soddisfatta la loro aspirazione al benessere e alla giustizia sociale solo nella rappresentazione del sogno e della rappresentazione fantastica…”.

FONTE: “Per le feste arriva ancora l’indovina-ventura col pappagallo” di Nello Blancato, pubblicato il 6 Luglio 2020 sul sito www. alazzolo-acreide-siracusa; www.casamuseo.it; FONTI ORALI. (Foto e materiale sono soggetti a copyright) 

RITA BEVILACQUA

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