L’antica festa liturgica del 3 maggio: festa della Santa Croce

L’antica festa liturgica del 3 maggio: festa della Santa Croce

- in Tradizione

Gli anziani sicuramente lo ricorderanno che, fino alle riforme del Messale Romano promulgate da Papa Giovanni XXIII nel 1960/1962, il 3 maggio ricorreva la festa della Santa Croce. La Chiesa in pratica ricordava solennemente il ritrovamento (da invenio, termine latino) della Croce di Cristo fatto da Elena, madre di Costantino il Grande. Dopo profondi scavi sul Golgota si erano trovate  interrate tre croci. Per sapere qual’era quella di Cristo, furono poste sopra un p malato che sarebbe guarito al tocco di quella giusta. In realtà questa ricorrenza ha origine nelle Gallie: difatti nell’usanza gallicana, invece, almeno dal VIII secolo, la festa della Croce si teneva il 3 maggio, data del ritrovamento della Croce secondo la “leggenda di Giuda Ciriaco”. Mentre a Roma si affermava la festa dell’Exaltatio, fissata al 14 settembre, in ricordo del ritrovamento della vera croce di Gesù da parte di sant’Elena, madre dell’Imperatore Costantino, avvenuto, secondo una tradizione, il 14 settembre del 327, giorno in cui la reliquia sarebbe stata innalzata dal vescovo di Gerusalemme di fronte al popolo, che fu invitato all’adorazione del Crocefisso, nelle Gallie si era introdotta, e con successo, una festa Inventionis Sanctae Crucisstabilita al 3 maggio. Pare che essa entrasse nelle chiese gallicane nella prima metà del sec. VIII. La riportano i manoscritti del Martirologio geronimiano di Wolfenbüttel (772) e di Berna (di poco posteriore), i calendari mozarabici, i Sacramentari gelasiani del sec. VIII. La data del 3 maggio fu suggerita, a quanto sembra, dalla leggenda di Giuda Ciriaco, vescovo di Gerusalemme (BHL, 7022). Secondo la leggenda di Giuda Ciriaco, sarebbe stato l’ebreo Giuda, per ordine della regina Elena, a trovare la croce. Tenuto per sette giorni in una cisterna vuota senza cibo né acqua, si sarebbe deciso a rivelare ciò che tante volte aveva sentito raccontare dai suoi antenati, cioè che la croce del Messia era sepolta sul Golgota. (Enciclopedia Cattolica)

Il Signore dell’Olmo- Mazzarino (CL)

Anche se questa festa liturgica è stata soppressa e unificata a quella dell’Esaltazione della Croce del 14 settembre, in molti paesi siciliani e non, si continua a festeggiare come festa del SS Salvatore. In Sicilia sono molti i comuni che il 3 o la prima domenica di maggio, festeggiano il SS. Salvatore: Il Signore dell’Olmo a Mazzarino (CL), U Signuruzzu du Lacu a Pergusa (EN), SS Crocifisso a Siculiana (AG), SS Crocifisso a Castelvetrano (TP), SS Crocifisso a Catatafimi (TP), SS Crocifisso a Lascari (PA), il SS Crocifisso a Monreale (PA), tanto per citarne alcuni.

 

Sant’Alessandro- Barrafranca (EN)

A Barrafranca (EN) il 3 maggio si è sempre festeggiato il Santo patrono, sant’Alessandro. Residui arcaici della festa della Santa Croce si riscontrano nelle preghiere recitate in questo giorno. Da tradizione, la mattina della festa del patrono i devoti vanno a portare il pane votivo al Santo presso la chiesa Maria SS della Stella, che ne custodisce un simulacro. Gli anziani ricordano che, anticamente, mentre si andava in chiesa, si recitava il rosario detto “Du miliuni”, così chiamato perché si pronuncia un milione di volte la parola Gesù. Il rosario “Du miliuni” è composto di un solo mistero, intervallato da 10 invocazioni del nome di Gesù. A rosario concluso si sarà pronunciato 1000 volte il Santo Nome di Gesù. Anticamente il conto si teneva con dieci sassolini o dieci pezzetti di legno, lasciati cadere a terra. In seguito si utilizzò la corona del rosario. Inoltre gli anziani chiamavano questo giorno “Giorno delle Santi Croci” in riferimento all’antica ricorrenza: infatti, nel rosario “Du miliuni” non viene citato sant’Alessandro ma viene invocato, per ben mille volte, il nome di Gesù. Non a caso vi era la consuetudine di scegliere come punto di partenza per il “viaggio al Santo” a sant’Alessandro proprio quelle “croci” (in dialetto cruciddi) che i nostri avi avevano costruito nelle strade di entrata al paese.

Rita Bevilacqua

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