«La crisi economica rischia di avvitarsi. Stato e Regione ci aiutino”

«La crisi economica rischia di avvitarsi. Stato e Regione ci aiutino”

- in Comunicati Stampa
Agrigento, Caltanissetta ed Enna faranno la propria parte. Turismo, clima, bellezze naturali, paesaggistiche, archeologiche, agricoltura, pesca, sono carte vincenti che non possiamo continuare a lasciare nel mazzo».

Il post Covid-19 e la situazione economica nelle province della Sicilia centrale. La Cisl di Agrigento, Caltanissetta, Enna ha voluto approfondire questi temi. Presenti all’incontro il segretario generale della Cisl Emanuele Gallo, i componenti la sua segreteria Carmela Petralia, Emanuele Piraino e la segreteria dei bancari della Cisl coordinata da Fabrizio Greco. Il confronto ha evidenziato come gli interventi predisposti dal Governo nazionale ed in parte dal Governo regionale siano stati soltanto dettati dall’emergenza. Il territorio di Agrigento, Caltanissetta ed Enna è caratterizzato da cronici ritardi che frenano il necessario processo di sviluppo. Oggi più che mai è avvertita la necessità d’integrare risorse e fattori attrattivi rapportandoli alla crescente disoccupazione e allo spopolamento d’interi luoghi. Non si può solo puntare sulle zone tradizionalmente forti del paese abbandonando il resto al proprio destino. Le aree del centro
Sicilia avvertono l’isolamento, reclamano investimenti per recuperare quelli, nel tempo tagliati, da una politica che ha privilegiato realtà già ben sviluppate a scapito di altre. Fabrizio Greco ha alimentato l’analisi passando in rassegna i dati disponibili del bollettino statistico di Banca d’Italia e rimarcando come la forbice tra risparmi e investimenti si allarghi sempre più. Questi i dati pre crisi al 2017, la provincia di Enna aveva 950 milioni di euro di depositi bancari a fronte di 754 milioni di impieghi, Caltanissetta 2.341 miliardi di euro contro i 1.812 investiti. Più alto il dato di Agrigento e provincia che vanta 2.966 miliardi di euro in depositi contro un totale di investimenti di 2.608. «Cifre non trascurabili – sottolinea Greco – che, nel dettaglio, rivelano però come una bassa percentuale di queste risorse vada ad iniziative produttive localizzate nelle tre province. Bisogna attivare un percorso virtuoso che spinga i risparmiatori di Agrigento, Caltanissetta ed Enna ad investire nella propria terra. Per renderlo possibile sarà fondamentale coinvolgere il risparmio privato per rilanciare la realtà nella quale si vive predisponendo ed
utilizzando strumenti che salvaguardino il valore del denaro. Le amministrazioni comunali possono lanciare azioni di scopo, progetti rivolti alla collettività prevedendo la compartecipazione di soggetti pubblico-privati. In Italia ci sono splendidi esempi di come fatica, sudore e denaro siano stati messi a disposizione della propria comunità. Il Covid-19 ci obbliga a riscoprire mutualità, solidarietà e sostegno reciproco perché il bene di ciascuno dipende dal bene degli altri». «Serve un patto sociale – ribadisce Emanuele Gallo – che riunisca le tre province in un’unica iniziativa. La ripresa comune del territorio può passare solo attraverso il coinvolgimento delle istituzioni, delle organizzazioni sindacali e dei rappresentanti datoriali. In questo progetto di rinascita ricoprono un ruolo fondamentale le banche alle quali viene chiesto di assicurare il massimo sostegno alle iniziative imprenditoriali locali senza dirottare in altre parti del paese la raccolta di denaro siciliano Bisognerà inoltre fare attenzione anche ai vari programmi di sviluppo. Zes, Patto per il sud, Aree di crisi complesse, Agenda urbana, sono strumenti di sostegno economico che hanno la loro efficacia se puntano ad un’organica diversificazione degli interventi».

«Come parti sociali – conclude Emanuele Gallo – da troppo tempo invochiamo un’effettiva azione di rilancio che poggi sulla condivisione di tutti i soggetti coinvolti, veri protagonisti di una rinascita che è possibile. Abbiamo un patrimonio da tanti invidiato ma che purtroppo non viene sfruttato a dovere. Turismo, clima, archeologia, bellezze naturali e paesaggistiche, ospitalità, filiera dell’agroalimentare, industria ittico conserviera, sono alcune delle carte vincenti che non possiamo continuare a lasciare nel mazzo».

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