Il Salotto artistico-letterario “Civico 49” ospita l’attore Gaetano Ingala

Il Salotto artistico-letterario “Civico 49” ospita l’attore Gaetano Ingala

- in Barrafranca, Civico 49
Il Salotto artistico- letterario "Civico 49"
Gaetano Ingala con Filippo Salvaggio

Dopo la pausa estiva, giovedì 5 settembre 2019 sono riprese le riunioni del Salotto artistico-letterario “Civico 49” di Barrafranca (EN), con la partecipazione dell’attore barrese Gaetano Ingala che, affiancato dal socio Filippo Salvaggio, ha parlato della sua ultima fatica teatrale “Miuzzu. Il brigante filosofo”. Con il patrocinio del comune di Barrafranca e organizzato dall’associazione Sedievolanti aps, lo spettacolo è andato in scena al Palagiovani il 29, 30 e 31 agosto 2019, con un fuori programma il 1 settembre. A calcare il palco nella parte di Miuzzu è stato proprio il barrese Gaetano Ingala, affiancato dal fratello Elio e dal giovane Vincenzo Asaresi, con la partecipazione di Francesco Pantusa. Trucco e parrucco sono stati realizzati da Flavia Strazzanti. I testi sono di Gaetano Ingala e Filippo Salvaggio, che ha composto anche le musiche. Un cast tutto barrese per rimarcare la “barresità” della storia e del personaggio. Lo spettacolo, costituito da 18 monologhi in italiano e dialetto intercalati da brani musicali, parla di una delle figure più controverse e particolari della storia barrese dei primi del ‘900, quella del noto brigante Giuseppe Salamone, chiamato amorevolmente dalla madre “Miuzzu”.

Il Salotto artistico-letterario “Civico 49” con l’ospite Gaetano Ingala

«Partendo dalle vicende storiche- spiega Gaetano Ingala- che sono molto affascinanti, noi abbiamo voluto romanzarne le vicende, trasportando tutto alla madre, all’amore forte della madre». Intensa ed emozionante la scena della morte della madre: finalmente dopo dieci anni di carcere, per l’uccisione dei pescivendoli di Licata, Miuzzu esce dal carcere e ritorna a Barrafranca. Qui lo attende un evento doloroso: trova la madre morta, deceduta il giorno prima del suo arrivo in paese. I fatti e gli accadimenti tristi della sua vita, l’amore per le donne, il carcere, la latitanza, lo segneranno inesorabilmente e lo porteranno a diventare il Brigante Giuseppe Salamone. «Trattandosi di un’opera teatrale,- precisa Filippo Salvaggio – e non un saggio storico, il personaggio non è trattato con rigore scientifico, ma le sue vicende vengono romanzate e trattate con ironia». L’affrontare le vicende storiche con ironia e un pizzico di comicità, rendono lo spettacolo facilmente comprensibile. «Nello spettacolo – continua Ingala – abbiamo paragonato le vicende della vita del Salmone al gioco della dama. In questo gioco ci sono caselle scure e caselle chiare, come ci sono pure pedine nere e pedine bianche. E durante tutto il gioco queste pedine s’inseguono, si rincorrono, mangiano per non essere mangiate. Così fa chi, giorno dopo giorno, opera per il bene per far rispettare la legge. Così fanno le forze dell’ordine che rincorrono il delinquente, cercando di far rispettare la legge… Altro messaggio che abbiamo voluto lanciare è quello della “teoria delle finestre rotte”. Se in un palazzo troviamo anche solo una finestra rotta, allora i ragazzacci si sentono autorizzati a romperle tutte. Se invece teniamo tutto in ordine e ripariamo subito un vetro rotto, scoraggiamo la delinquenza».

Filippo Salvaggio mentre esegue alcuni brani dello spettacolo

Imbracciata la chitarra, Filippo Salvaggio ha poi eseguito alcuni brani musicali dello spettacolo. Dopo il debutto a Barrafranca, lo spettacolo sarà portato in giro per l’Italia e, con molta probabilità, a Natale a Barrafranca saranno programmati altri due spettacoli. L’idea degli autori è di portare lo spettacolo anche nelle scuole barresi, per far conoscere ai giovani uno spaccato di storia locale. Al termine Gaetano Vicari ha donato all’ospite un libro come ricordo della serata.

“In ogni modo, ogni brigante ha un’anima tinta e una bona. Io la mia, purtroppo, l’ho incontrata troppo tardi”. (Giuseppe Salamone)

Rita Bevilacqua

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