Non vedente, la cui moglie insegna nel bresciano, chiede l’intervento del Presidente della Repubblica

Non vedente, la cui moglie insegna nel bresciano, chiede l’intervento del Presidente della Repubblica

- in Regalbuto

L’Unione Ciechi di Enna, con il suo presidente Santino Di Gregorio, ha chiesto al dirigente dell’Ufficio Scolastico della provincia di Enna, che si proceda a verificare l’assegnazione della 104, la legge che consente ai familiari di persone con gravi disabilità di assistere i propri congiunti, dopo  che Salvatore Bonferrato, quarantenne, fisioterapista di Regalbuto, dipendente dell’Asp di Enna, non vedente da 23 anni per una gravissima forma di glaucoma, è dovuto tornare a vivere a casa, con gli anziani genitori perchè la moglie, insegnante di scuola primaria, è stata assegnata ad una scuola del bresciano.

La richiesta dell’Unione Ciechi di Enna arriva all’indomani della comunicazione della segreteria del presidente della Repubblica Mattarella che chiede, sempre  all’ufficio scolastico provinciale di Enna, di conoscere quali iniziative sono state intraprese dopo la lettera che., il non vedente, ha inviato al capo dello Stato chiedendo aiuto.

Bonferrato, che qualche settimana fa, aveva già scritto al Ministro dell’istruzione, senza avere nessun riscontro, si è rivolto ora al presidente della Repubblica .

“Mi rivolgo a lei, signor presidente, – scrive Salvatore – massima espressione del cuore della nostra nazione, chiedendole aiuto. Non riesco più a capire cosa sia giusto o sbagliato, in questa mia tragica situazione. Forse, involontariamente, le norme scritte dagli uomini  hanno colpito me. Ma se le leggi, o le loro modalità di applicazione, impediscono lo sviluppo della persona, credo che, forse, qualcosa sia stato applicato in maniera non corretta, perchè questo penalizza chi, come me, non può difendersi pienamente, perchè disabile”.

“Non chiedo compassione, – scrive ancora Bonferrato, nella sua lettera al presidente della Repubblica – ma solo di essere ascoltato perche mi sento disperato ed abbandonato. Noi non vedenti, signor Presidente, anche se a molti sembriamo degli automi, siamo esseri umani che il loro mondo, fatto di ombre, di dolore e di sofferenza, ha reso più sensibili, più attenti. Desideriamo solo vivere una vita normale, come gli altri, con moglie e figli. Intervenga Lei, signor presidente: salvi la mia giovane famiglia”.

“Vogliamo capire se tutto è andato secondo legge- dice il presidente Di Gregorio- Il nostro socio ha diritto ad una famiglia, che oggi gli viene negata”.

 

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