Barrafranca, si dimette il consigliere Alice Crapanzano

Barrafranca, si dimette il consigliere Alice Crapanzano

- in Barrafranca

Ad appena un’ora dalla presentazione della lettera di dimissioni, Alice Crapanzano, eletta nelle fila del Movimento cinque stelle con 220 voti di preferenza, pubblica su facebook il documento in cui esprime tutta la rabbia di una giovane come tanti oggi,  che si trova a dover lasciare la sua terra, i suoi affetti e i colleghi per lavoro. Molti gli attestati di stima da parte di amici, semplici cittadini e colleghi consiglieri comunali che hanno imparato a conoscere Alice come una ragazza solare ma tenace e combattiva nello stesso tempo. A supportarla in consiglio comunale i colleghi Katia Baglio e Alessandro Tambè che Alice indica come “la sua voce”. A sostituirla in consiglio sarà una donna essendo che tra le prime dei non eletti a parità di voti, ben 208, figurano l’architetto Talita Orofino e Jasmine Barresi. Tutto sta a secondo che si applichi la vecchia o la nuova legge elettorale.

Ecco cosa scrive Alice nella sua lettera di dimissioni.

“Ho appena rassegnato le mie dimissioni da Consigliere Comunale a causa del mio trasferimento a Milano.

Ecco la mia lettera di dimissioni, scusate se è un po’ lunga, ma c’era davvero tanto da dire!

Con la presente missiva intendo rassegnare in maniera irrevocabile le mie dimissioni dalla carica di Consigliere Comunale.
Tra pochi giorni difatti, sarà anch’io uno di quei giovani che ha lasciato casa per andare a cercare fortuna altrove, in poche parole allungherò il già lungo elenco dei giovani barresi, e siciliani, che sono costretti a lasciare la propria terra per cercare di costruirsi un degno futuro. Il futuro è un sogno, una speranza, una prospettiva di possibilità a cui nessun essere umano può rinunciare. Perché il futuro è fatto di aspettative, di sogni, di progetti. Semplicemente perché il futuro appartiene ai vivi. E, si sa, i giovani sono sempre più vivi che mai.
Quando mi sono candidata col m5s Barrafranca, in vista delle elezioni amministrative del 05 giugno 2016, mi ero laureata da soli tre mesi e vi era in me l’illusione, forse per ingenuità, di poter costruire qui il mio futuro. Qui, nel bel mezzo della mia eredità culturale e genetica, nel bel mezzo delle mie tradizioni e delle mie radici. Volevo costruire la mia vita e lottare per un Paese migliore. C’era in me questa folle visione ottimistica di possibilità, possibilità che in un anno e mezzo non ho nemmeno intravisto. E poi arriva sempre il momento di guardarsi allo specchio e di guardare ai fatti. Cosa fa una giovane di 28 anni in un paese che si svuota ogni giorno di più e in una Regione ad un passo dal default economico?Cosa fa? Va via! Perché il tempo stringe, corre, senza aspettare e la vita è una sola e indietro non si può mai tornare.
Mi sono fatta il calcolo, alla fine del mio mandato (se mai lo avessi concluso) avrei avuto 33 anni e… un elenco infinito di lotte politiche alle spalle, che credetemi non porteranno a nessun frutto. Perché il cambiamento non può stare sempre all’opposizione, perché il cambiamento dovrebbe stare al governo e iniziare a costruire! Sono convinta che se mai dovesse arrivare un’amministrazione competente per questa città, ci vorranno almeno venti anni per riprenderla e io come tutti gli altri giovani emigrati non ce li abbiamo venti anni per aspettare che si recuperi agli errori fatti, perché nessuno inizia a costruire la sua vita a 50 anni!Prima di prendere questa scelta sofferta, prima di ammettere a me stessa che anch’io ho scelto di non lottare e di andare, mi sono guardata sempre di più intorno e mi sono costretta a osservare davvero e a fondo, tutto il degrado e lo squallore in cui giorno dopo giorno annega questa paese.
Cari cittadini barresi, la politica non servirà mai a niente se voi non decidete che debba essere utile. La politica non servirà mai a niente se voi non scegliete di interessarvi a ciò che è vostro, di interessarvi a ciò che più di ogni altra cosa vi appartiene: questo luogo, la sua storia, le sue tradizioni, la sua eredità materiale e culturale. I politicanti che vi ostinate ad eleggere non vi salveranno mai se non iniziate a pretendere che vi salvino, se non iniziate ad essere partecipi, ad informarvi, a sbattere i pugni sul tavolo, a pretendere! A pretendere dalla politica e dai funzionari della politica progetti, servizi, civiltà, bene comune! Le lotte, soprattutto se hanno valore collettivo, non possono appartenere ai singoli consiglieri comunali che le portano avanti, perché gli uomini soli non hanno mai cambiato un bel nulla. E io me ne vado anche per questo, perché un giovane che vede disperdere tutta la sua generazione in terre lontane, non può lottare per un popolo già arreso. (Per certe iniziative, per certe denunce, ci vuole sostegno e partecipazione, non solo con likes e commenti. L’indifferenza sul caso di Viale Gen. Cannada, il silenzio dopo il nostro consiglio comunale di denuncia, mi hanno detto tanto sulla resa di questa città e mi hanno segnata profondamente).
Ringrazio chi mi ha fatto sentire meno sola in queste lotte, nella rabbia e nei progetti. Ringrazio il gruppo del m5s che a suon di scontri, di emozioni e di valori mi ha reso una persona migliore. Ringrazio il mio collega, amico e fratello Alessandro També per essere stato tante volte la mia voce e la mia forza. Ringrazio la mia collega e compagna Katia Baglio per tutti quei pugni in faccia e quegli abbracci che ci hanno aiutato ad andare avanti e a tirare fuori il meglio di noi. Ringrazio tutti coloro che hanno creduto in me e che mi hanno scelta come loro portavoce, riconoscendo in me una guerriera leale e di valorosi principi, vi sarò sempre grata e per questa esperienza e per tutte le lezioni umane che essa mi ha dato. Ringrazio infine chi non ha creduto in me, perché le brutte esperienze sono la cosa più preziosa sulla quale costruiamo la solidità del nostro essere.
Auguro a tutti un buon lavoro, soprattutto al Sindaco, alla sua amministrazione e a tutti quei consiglieri che avrebbero dovuto essere di maggioranza, e alla fine li ringrazio pure, per avermi fatto capire il politico che non volevo essere e il futuro che non avrei voluto avere.
E come mio ultimo atto di opposizione invito il Sindaco e tutta la compagine politica che lo sostiene o lo sosteneva e che ha giurato di adempiere alle sue funzioni con scrupolo e coscienza, di dimettersi,
perché non si onora di certo così un giuramento!
Ma alla fine nonostante la politica e la resa, io in questa terra spero sempre di tornarci, da persona soddisfatta e libera!”

Barrafranca lì, 15.11.2017″

You may also like

Barrafranca. “A Casicatummina”, il nuovo libro di poesie in dialetto barrese di Alessandro Geraci.

Il titolo del libro “Casicatummina” termine dialettale che