I fratelli Tambè e La Rosa assolti definitivamente

I fratelli Tambè e La Rosa assolti definitivamente

- in Cronaca Barrafranca

SENTENZA NON APPELLATA

La procura di Caltanissetta non ha impugnato la sentenza e l’assoluzione dei fratelli Carmelo e Luigino Tambè e di Orazio La Rosa, accusati di due omicidi e un tentato omicidio, è divénuta definitiva, Il Gup del tribunale di Caltanissetta Davide Salvucci, dinanzi al quale è stato celebrato il processo con rito abbreviato, aveva depositato il 12 ottobre le motivazioni della sentenza, pronunciata lo scorso luglio. I termini di 45 giorni per il ricorso in appello, sono scaduti il 26 novembre. Diviene quindi definitiva l’assoluzione che ha sostanzialmente accolto le tesi difensive. I fratelli Carmelo e LuiginoTambè erano accusati di essere mandanti dell’omicidio di Salvatore Ca- Fonte e dell’agguato nel quale venne assassinato Maurizio Marotta e rimase ferito il fratello della vittima, mentre Orazio La Rosa era accusato di essere stato esecutore materiale dell’agguato ai Marotta ed era accusato di omicidio e tentato omicidio, Il Gup aveva pronunciato l’assoluzione dopo una complessa serie di perizie e contro perizie sulle intercettazioni, fulcro dell’inchiesta, tutte in dialetto barrese. li Pm aveva chiesto la condanna all’ergastolo dei tre imputati per l’omicidio di Maurizio Marotta ed il tentato omicidio del fratello Gaetano, e l’assoluzione per l’omicidio di Salvatore Caronte, del quale erano accusati solo i Tarnbè, ma tutto il processo è stato incentrato sulle perizie e le trascrizioni. Una lunga battaglia dei difensori, gli awocati Gaetano Giunta ed Enrico Trantino per i fratelli Tambè e l’avvocato Paolo Giuseppe Piazza per La Rosa. Rimangono, quindi, insoluti, il delitto Caronte, assassinato nel 2007 nelle campagne Barresi, e quello di Marotta, freddato la sera di Santo Stefano del 2010, da un killer solitario, sbucato da un cespuglio, che si era avvicinato all’auto della vittima e gli aveva sparato al volto, facendo poi fuoco anche contro il fratello Gaetano che aveva tentato la fuga.

Giulia Martorana ( la sicilia)

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