Barrafranca. Salvatore Licata ricorda il Dott. Angelino Ippolito

Barrafranca. Salvatore Licata ricorda il Dott. Angelino Ippolito

- in La Storia di Barrafranca

Barrafranca. Sulla pagina del Salotto artistico letterario Civico 49, Salvatore Licata, scrittore e che fu anche direttore responsabile della nascente testata giornalistica Radio Luce, ricorda personaggi della storia barrese e non che hanno dato il nome alle nostre strade, piazze e cortili. Alcuni di questi, come il caso del Dott. Ippolito, meriterebbero certamente molto di più che l’intitolazione di una stradina sperduta e lontana dal centro abitato.

Scrive Salvatore Licata

Angelo Ippolito (Barrafranca 1871 – 1966). Medico condotto e letterato. Sereno e sorridente, era aperto verso tutti, specialmente verso i poveri che assisteva con umana comprensione e spessissimo senza compenso. Molto bravo in ginecologia e pediatria, non si risparmiava di assistere gestanti e puerpere anche in casi difficili. Le due epidemie: la “spagnola” del 1918-1919 prima, e quella di “meningite cerebro-spinale” del 1929 poi, che tormentarono e colpirono a morte diverse centinaia di persone a Barrafranca, videro il dottor Ippolito (da tutti chiamato affettuosamente “don Angiuliddu”) in prima linea, solo in mezzo alla bufera, perché gli altri medici erano stati colpiti, durante la “spagnola”, dal morbo. Durante l’infierire della “meningite” fu l’anima del lazzaretto e della tendopoli in contrada “Madunnuzza”, assieme al cappellano del «lazzaretto» don Luigi Giunta. In quelle due occasioni dimostrò eccezionale spirito di abnegazione, scrupolo e capacità professionale, e quanto nobile e generoso fosse il suo slancio nel portare, di notte e di giorno, infaticabilmente, le cure agli ammalati con parole di augurio e di speranza, sfidando serenamente il gravissimo pericolo del contagio. Fu sempre primo in opere di bene e di carità cristiana in tempi di grande miseria, al servizio del suo amato paese.

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