GDF CATANIA. Operazione Antimafia tra Sicilia e Lombardia. eseguite 24 ordinanze di custodia cautelare in carcere

GDF CATANIA. Operazione Antimafia tra Sicilia e Lombardia. eseguite 24 ordinanze di custodia cautelare in carcere

- in Sicilia

Nelle prime ore del mattino di mercoledì 16 novembre 2022, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica presso il Tribunale di Catania, Direzione Distrettuale Antimafia, i finanziari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Catania, con l’ausilio di militari del Comando Provinciale di Messina e di Monza Brianza, hanno dato esecuzione nelle Province di Catania e di Messina, a un’ordinanza, concernente complessivamente 37 indagati con cui il GIP – Giudice per le Indagini Preliminari – presso il Tribunale di Catania, ha disposto:

  • La custodia cautelare in carcere nei confronti di 24 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, traffico organizzato di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori e detenzione di armi.

Il sequestro, finalizzato alla confisca, di tre attività commerciali operanti nei comuni di Calatabiano (CT) e Giardini Naxos (ME).

PERSONE DESTINATARIE DELLA MISURA DI CUSTODIA IN CARCERE

1) Giuseppe ANDÒ, nato a Giarre (CT) il 14.07.1960.

2) Carmelo CAMINITI, nato a Taormina (ME) il 24.11.1973.

3) Dario CAVALLARO, nato a Taormina (ME) il 19.03.1982.

4) Luciano Maria COSTANZO, nato a Piazza Armerina (EN) il 15.03.1992.

5) Sebastiano Cateno COSTANZO, nato a Taormina (ME) il 31.08.1979.

6) Cristian CULLURÀ, nato a Taormina (ME) il 09.02.1987.

7) Gaetano DI BELLA, nato a Catania il 27.09.1960.

8) Orazio DI GRAZIA, nato a Giarre (CT) il 22.01.1982.

9) Edy FAZIO, nato a Catania il 28.02.1994.

10) Pietro GALASSO, nato a Calatabiano (CT) il 30.07.1972.

11) Giovanni Camillo GAMBACURTA, nato ad Acireale (CT) il 18.07.1962.

12) Angelo LEONARDI, nato a Taormina (ME) il 23.04.1996.

13) Giuseppe LISI, nato a Giarre (CT) il 09.02.1974.

14) Marco LONGHITANO, nato a Taormina (ME) il 20.02.1984.

15) Giuseppe MASCALI, nato a Catania il 24.1 0.1982.

16) Francesco MAUGERI, nato a Paternò (CT) il 02.04.1959.

17) Vincenzo MESSINA, nato a Messina il 16.11.1976.

18) Giuseppe RANERI, inteso Castelmola, nato a Taormina (ME) il 27.02.1972.

19) Pietro ROCCELLA, nato a Taormina (ME) il 18.03.1989.

20) Giuseppe RUGGERI, nato a Taormina (ME) il 15.05.1965.

21) Gaetano SCALORA, nato a Calatabiano (CT) il 25.02.1963.

22) Mariano SPINELLA, nato a Graniti (ME) il 12.03.1966.

23) Costantino TALIO, nato a Taormina (ME) il 20.09.1988.

24) Salvatore ZACCO, nato a Catania il 31.01.1977.

L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica della città etnea e condotta da unità specializzate del GICO del Nucleo di Polizia economico-finanziario della Guardia di Finanza di Catania, ha riguardato i clan mafiosi CINTORINO e BRUNETTO – articolazioni territoriali, rispettivamente, dei clan catanesi CAPPELLO e SANTAPAOLA-ERCOLANO, attivi nei territori, in particolare, di Calatabiano, Giarre, Fiumefreddo, Castiglione di Sicilia, Mascali, e in zone limitrofe, anche della provincia di Messina, come l’area di Giardini Naxos e Taormina. Le indagini, conclude a maggio 2021, hanno consentito, nell’attuale stato del procedimento in cui non è stato ancora instaurato il contraddittorio con le parti, di ricostruire l’organigramma e gli interessi criminali dei predetti clan nella fascia jonico-etnea anche attraverso attività tecniche e servizi di osservazione sul territorio, ulteriormente riscontrate dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia e da indagini patrimoniali. Sotto il primo profilo, sono stati individuati i personaggi di spicco delle predette associazioni destinatari del provvedimento custodiale tra cui:

  • Cristian CULLURÀ, Gaetano DI BELLA, Giuseppe RANERI e Mariano SPINELLA, per il clan CAPPELLO CINTORINO.
  • Giuseppe ANDÒ, Carmelo CAMINITI, Orazio DI GRAZIA, Giuseppe LISI e Francesco MAUGERI per il clan SANTAPAOLA-BRUNETTO.

I suddetti esponenti avrebbero ricoperto ruoli di rilievo all’interno delle rispettive organizzazioni, contribuendo non solo al controllo e alla gestione delle attività criminali sui territori di rispettiva competenza, principalmente connesse alle estorsioni e al traffico di droga, ma anche partecipando agli incontri periodici tra i due clan colti alla spartizione degli affari mafiosi e alla risoluzione di controversie o problematiche nelle zone di comune interesse, come quelle di Giardini Naxos e di Taormina. In particolare, per il clan CINTORINO – radicato soprattutto a Calatabiano – Mariano SPINELLA (detto “U biondu”), nipote del capo clan Antonino CINTORINO, sarebbe stato referente per l’area di Calatabiano, mentre Gaetano DI BELLA (detto “Tano ca lenti”) avrebbe rappresentato il capo clan Mario PACE dei CAPPELLO nei paesi di Giardini Naxos, Taormina e comuni limitrofi, così come Giuseppe RANERI (DETTO “Peppe Castelmola”) – genero di Mariano – avrebbe ricoperto il ruolo di referente per il comune di Castelmola e Cristian CULLURÀ sarebbe stato coinvolto in prima persona nelle estorsioni e nel traffico di droga. Con riferimento al clan BRUNETTO, operante primariamente nei territori di Giarre, Fiumefreddo, Mascali, Castiglione di Sicilia, i ruoli di maggiore rilievo sarebbero stati ricoperti Con riferimento al clan BRUNETTO, operante principalmente nei territori di Giarre, Fiumefreddo, Mascali, Castiglione di Sicilia, i ruoli di maggior rilievo sarebbero stati ricoperti da Giuseppe ANDÒ (detto “U cinisi”), promotore e dirigente dell’associazione attiva nella fascia ionico-etnea, e Carmelo CAMINITI (detto “Melo panettone”), responsabile per Castiglione di Sicilia. Accanto a tali soggetti spiccano le figure di Orazio DI GRAZIA e Giuseppe LISI i quali sarebbero risultati i principali referenti, rispettivamente, per le attività estorsive e il traffico di sostanze stupefacenti, nonché quella di Francesco MAUGERI (detto “Franco u paturnisi”), di matrice santapaoliana riferibile al clan catanese di Picanello, per la gestione di talune attività commerciali della zona di Taormina. L’attività investigativa ha inoltre permesso di ricostruire gli interessi criminali dei clan, acquisendo un quadro gravemente indiziario in merito ai “reati fine”, strumentali al sostentamento delle associazioni mafiose e dei sodali detenuti, tra cui le estorsioni ai danni di imprenditori catanesi e delle aree contigue in provincia di Messina, il traffico di sostanze stupefacenti e l’acquisizione della gestione e del controllo di attività economiche. Nel dettaglio, con riferimento all’attività estorsiva, le indagini avrebbero documentato 6 estorsioni che sarebbero state consumate con modalità tipicamente mafiose ai danni di attività commerciali attive nei settori della vendita di alimenti e bevande, della balneazione ed

edile, corroborate dalle evidenze emerse dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia e dall’escussione di persone informate sui fatti. Il modus operandi seguiva, difatti, uno schema ricorrente: i sodali erano soliti porre in essere plurime minacce nei confronti dei target individuati, posizionando bottiglie incendiare davanti ai luoghi di esercizio dell’attività economica, accompagnate da messaggi intimidatori quali “cercati un amico”, “aspettiamo la risposta”, “la prossima volta bruciamo il locale”, “facci trovare la risposta nei pressi dei pini”. Di norma, le richieste di “pizzo” ammontavano

a circa 3.000/4.000 euro all’anno, da pagare in tranche trimestrali o semestrali. In un caso, sarebbe, inoltre, emersa un’estorsione trasversale da parte dei due clan, i cui profitti sarebbero stati equamente divisi, mentre in altro è stato riscontrato l’assoggettamento ultraventennale della vittima al pagamento del pizzo. Tra i soggetti coinvolti nella gestione operativa delle attività estorsive, si annovererebbero, in particolare, Mariano SPINELLA, Cristian CULLURA’ e Giuseppe RANERI per i CINTORINO, nonché Carmelo CAMINITI, Orazio DI GRAZIA e Giuseppe RUGGERI per i BRUNETTO. I clan gestivano anche il traffico di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina e marijuana, rifornendo le locali piazze di spaccio, principalmente individuate in Calatabiano e nei comuni limitrofi della fascia ionico-etnea, come corroborato, oltre che dalle attività tecniche e dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, anche dal sequestro di oltre mezzo chilo di cocaina, occultata a bordo di una Fiat 600, in esito a un controllo della Guardia di Finanza nei pressi di Fiumefreddo. Nelle citate località sarebbero stati, inoltre, ricostruiti gli investimenti delle associazioni criminali, individuando le attività economiche, gestite e controllate direttamente o tramite persone interposte ovvero familiari degli indagati, operanti nel settore del movimento terra, della ristorazione e del commercio di ortofrutta. Si tratta, in particolare, delle seguenti ditte e imprese:

– ditta individuale Giuseppa Manuela STRANGI, riconducibile all’indagato Giuseppe RANERI, coniuge della titolare, presso la cui sede principale in Calatabiano è esercitata attività di ristorazione all’insegna “Trattoria Pizzeria da Peppe” mentre, presso quella secondaria sita a Giardini Naxos – non dichiarata – è stato riscontrato l’esercizio di attività

nel settore dell’ortofrutta;

– TA.CO. Srls, esercente attività di ristorazione Giardini Naxos con la denominazione “La viuzza dei sapori”, riconducibile all’indagato Costantino TALIO;

– D.I. GIARDINI SCAVI, operante nel settore del movimento terra e delle demolizioni a Giardini Naxos, dell’indagato Cristian CULLURÀ.

“Alla luce delle evidenze investigative – si legge nel comunicato stampa della Procura della Repubblica di Catania – raccolte dal Nucleo PEF della Guardia di Finanza di Catania, il Giudice per le indagini preliminari presso il locale Tribunale – su richiesta di questo Ufficio – ha disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti di 24 soggetti nonché il sequestro delle predette società e ditte individuali. L’attività investigativa in questione si inquadra nel più ampio quadro delle azioni svolte da questa Procura e dalla Guardia di Finanza volte al contrasto, sotto il profilo economico- finanziario, delle associazioni a delinquere di tipo mafioso, anche al fine di evitare i tentativi, sempre più pericolosi, di inquinamento del tessuto imprenditoriale, e di partecipazione al capitale di imprese sane, anche profittando delle difficoltà legate al periodo di contrazione economica. GAETANO MILINO

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