Siciliani e Sicilianità- I CIARAULI e la loro capacità di guarire i morsi di serpente

Siciliani e Sicilianità- I CIARAULI e la loro capacità di guarire i morsi di serpente

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Tra le tante storie, leggende e tradizioni che caratterizzano la Sicilia, oggi parliamo dei Ciaràuli e della loro capacità di guarire i morsi di serpente.

In Sicilia i CIARAULI (ciurmatori) sono coloro che, nati nella notte tra il 24 e il 25 Gennaio, giorno in cui la chiesa festeggia la “Conversione di San Paolo“, hanno la capacità taumaturgica di guarire dai morsi di vipere e insetti velenosi, praticando incantesimi o scongiuri (ciarmi). L’antropologo siciliano Giuseppe Pitrè ne parla nel suo volume “Feste patronali in Sicilia” quando descrive credenze e aspetti della festa di San Paolo a Solarino (SR) e a Palazzolo Acreide (SR), i due centri nei quali il Santo viene venerato e che in tutte le icone viene raffigurato con una spada attorno alla quale è attorcigliato un serpente.

San Paolo brucia il serpente- scultura sulla porta di Mdina (Malta)

La leggenda di San Paolo protettore contro il morso dei serpenti e dei rettili in generale prende le mosse dall’episodio descritto negli “Atti degli Apostoli” cap. 28 versetti 1-6, riguardo al morso che una vipera diede in una mano di Paolo, durante il suo soggiorno nell’isola di Malta. Tra lo stupore dei presenti, quel morso non produsse alcuna conseguenza. Da qui la credenza che il Santo guarisse dal morso delle vipere.

Il Pitrè ci dice anche che la maggior parte dei ciaràuli facevano i maghi e tra di loro c’era sempre qualcuno che metteva in mostra la propria potenza di “ciaraulismo”, toccando con le sue mani un colubro che, tra convulsione e contorcimenti, moriva subito. Per catturare questi colubri, qualche settimana prima della festa, i ciaràuli si recavano in campagna e facendo una rudimentale zampogna con un filo di avena, emettevano un fischio acuto per via del quale il colubro viene fuori. E non appena il colubro usciva allo scoperto il ciaràulo lo “ciarmava” (lo incantava) con lo sguardo ammaliatore e dopo avere recitato uno scongiuro che lui solo sapeva, poteva mettere in tasca quel rettile che veniva reso innocuo e quindi era pronto per partecipare alla processione della festa di San Paolo.

Ciaràulo di Palazzolo Acreide

Per tradizione  il ciaràulo, che può essere donna o uomo, nasce con un’escrescenza chiamata dai siciliani “tarantula sutta la linguedda” (tarantola sotto l’ugula), che dà potere alla loro saliva di guarire qualsiasi morsicatura o puntura di animali. Difatti egli può guarire applicando la sua saliva nel punto dove si vede il morso, ripetendo mentalmente delle parole che gli vengono in mente spontaneamente o che gli sono state “lasciate” da altri ciaràuli, se la saliva viene assorbita significa che fa effetto, se scivola via, l’effetto è limitato. Nei casi gravi prima succhiano il veleno e poi applicano la saliva. In genere il ciaràulo fa tre sedute, da ripetersi mattina e sera. Ogni seduta termina con il segno della croce. Ogni volta, prima dell’applicazione, la sua saliva diventa più densa fino a quando diventa quasi cremosa. Da qui l’effetto taumaturgico. I ciaràuli adulti tramandano il loro sapere, fatto di scongiuri speciali, solo ai quei bimbi nati nella notte tra il 24 e il 25 Gennaio. Il “lascito” avviene una volta l’anno, nella Notte di Natale e durante l’Eucarestia, per assicurare la loro efficacia.

Rita Bevilacqua

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