12 settembre 1986 delibera intitolazione Viale Catena al Gen. LUIGI CALCEDONIO CANNADA

12 settembre 1986 delibera intitolazione Viale Catena al Gen. LUIGI CALCEDONIO CANNADA

- in La Storia di Barrafranca

Uno dei doveri della Società è tramandare alle nuove generazioni la storia e i personaggi che l’hanno caratterizzata.  Per questo motivo, le Amministrazioni Comunali intitolano strade, scuole o  piazze a uomini  che hanno dato lustro al proprio paese nativo. Oggi vogliamo ricordare l’intitolazione del viale Catena di Barrafranca (EN) al Generale Luigi Calcedonio Cannada. Si tratta di una delle arterie principali del paese, molto frequentata, ma pochi conoscono la storia della sua intitolazione. Per i meriti e il valore dimostrato durante la sua lunga carriera militare, alcune Amministrazioni del passato,  avevano tentato di intitolare al valoroso cittadino il tratto che va dalla fine del Corso Garibaldi al Bivio Catena. Con l’amministrazione del sindaco prof. Giovanni Nicolosi si arriva alla definitiva intitolazione. Difatti il 12 settembre 1986 il Consiglio Comunale delibera, all’unanimità dei presenti, l’intitolazione del Viale Catena al valoroso Generale Cannada per il suo coraggio, la sua onestà, la sua abnegazione verso il suo Paese e verso l’Arma dei Carabinieri. Distintosi in varie azioni sia della Prima che della Seconda Guerra Mondiale, dedicò tutta la vita al servizio del Paese.

Ricordiamo ai posteri la figura del generale CANNADA.

Gen. Luigi Calcedonio Cannada

LUIGI CALCEDONIO CANNADA nacque a Barrafranca il 4 maggio 1895. Fratello del defunto Dott. Arturo CANNADA, fondatore dell’omonima farmacia. Dopo aver conseguito la licenza liceale, fu ammesso all’Accademia Militare di Modena, dove esce col grado di Sottotenente. Assegnato al 147° Fanteria, in zona di guerra, si distinse in numerose imprese.

Il 5 giugno 1917 fu gravemente ferito sul monte Mrzli, chiamato più semplicemente dai soldati italiani Monte Smerle, lungo la valle dell’Isonzo, tra la Bainsizza e Caporetto, appena al di là della frontiera tra Italia e Slovenia. Dopo aver frequentato un corso per allievi piloti presso il Battaglione Scuola Aviatori, divenne istruttore pilota. Fu uno dei primi piloti della nascente aeronautica e istruttore nel campo di aviazione  militare della Malpensa fino al dicembre 1919.

Nel 1920 fu assegnato alla Legione Carabinieri di Palermo. Promosso capitano, svolge il proprio servizio in diversi reparti della penisola.

Nel 1934, assegnato al Ministero della Guerra, divenne responsabile della sezione di controspionaggio in Friuli – Venezia Giulia.

Partecipò come comandante di battaglione alla Seconda Guerra Mondiale nei Balcani (ottobre 1940-maggio 1941)

Nel 1942, raggiunto il grado di tenente colonnello, comandò l’XI Battaglione Carabinieri in Montenegro.

Dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943, rifiutò di collaborare con i tedeschi  e venne fatto prigioniero dai nazisti e internato in vari lager fino alla fine della guerra.

Promosso Colonnello, nel 1952 comandò la Legione Carabinieri di Padova.

Nel 1956 fu nominato Generale di Brigata e, infine, Generale di Divisione nell’ausiliaria.

Si spense a Padova il 25 marzo 1966.

Per i suoi meriti, ha ricevuto diverse onorificenze. Ne elenchiamo alcune: Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia: Croce al merito di Guerra;   medaglia  Militare d’argento al merito; medaglia Mauriziana al Merito; decorato della Croce d’Oro per anzianità di Servizio. Inoltre fu autorizzato a fregiarsi di un particolare distintivo d’onore per la sua ferita riportata il 4/6/1917 sul Monte Mrzli.

Rita Bevilacqua

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