Il Salotto artistico-letterario “Civico 49” ricorda la figura del maestro Gaetano Orofino

Il Salotto artistico-letterario “Civico 49” ricorda la figura del maestro Gaetano Orofino

- in Barrafranca, Civico 49

Salotto artistico-letterario civico 49 ricorda GAETANO OROFINONella riunione di giovedì 1 dicembre 2016 il Salotto artistico-letterario “Civico 49” di Barrafranca (EN) ha ricordato la figura poliedrica del maestro Gaetano Orofino, padre del prof. Carmelo membro del Salotto. A introdurre la figura del maestro Orofino è stato il padrone di casa, Gaetano Vicari, che ha ricordato l’unica volta in cui, assieme a don Giuseppe Bonfirraro, hanno collaborato per il restauro della statua del patrono sant’Alessandro. A tracciarne la figura nella sua complessità è stato proprio il figlio Carmelo. Ha spiegato che Gaetano Orofino (1924- 2005) era “maestro” sia nel senso classico d’insegnante elementare, sia nel senso di “persona che in virtù delle cognizioni ed esperienze acquisite, risulta all’altezza di contribuire all’altrui preparazione”. Infatti, oltre ad esercitare la professione d’insegnante, si cimentava per hobby e spesso anche per spirito di passione alle attività di falegname, idraulico, tornitore, ceramista, pasticciere, fabbro, pescatore di anguille, calzolaio e meccanico. Durante la carriera scolastica ha collaborato, soprattutto con delle vignette umoristiche, alla stesura e alla produzione di tutti i giornalini d’istituto.  Salotto artistico-letterario civico 49 ricorda GAETANO OROFINOL’etichetta però, più adatta per le sue attività era quella di costruttore di giocattoli piccoli e grandi. Si cimentava a costruire, con giocattoli di cartapesta cresciuti a dismisura, i carri allegorici (definito in ragion di ciò “L’alfiere del carnevale barrese”) ricordato anche dai carnevali di Valguarnera, Licata e Leonforte. Durante il periodo di carnevale frotte di fanciulli affollavano l’oscura officina di questo “elfo giocattolaio”, che li costruiva con oggetti e materiali che altri avrebbero scartato. A lui si deve la costruzione delle due statue di apostoli mancanti per la Giunta pasquale san Filippo e  san Taddeo, realizzati in vetroresina; il restauro della statua di sant’Alessandro, eseguito nell’aprile del 2002 in collaborazione con Gaetano Vicari e Giuseppe Bonfirraro; il restauro della corona argentea dell’Addolorata; la progettazione del fercolo e il recupero del meccanismo interno alla statua; la costruzione di un Crocefisso a dimensioni umane per la chiesa del Convento; la costruzione delle lanterne fisse per la macchina processionale del Venerdì santo e delle lanterne di carta velina che la attorniavano; il recupero della tradizione dei palloni aerostatici per la festa di san Francesco; la costruzione delle scenografie per le prime edizioni della “Vasacra”. Nel 1978 fu tra i votanti, in qualità di laico e di Salotto artistico-letterario civico 49 ricorda GAETANO OROFINOrappresentante della parrocchia Itria, insieme alla Commissione d’Arte  Sacra e ai componenti del clero locale barrese, per esaminare e scegliere il dipinto sacro dell’effigie di Maria S.S. della Stella, Patrona di Barrafranca, in sostituzione del vecchio e venerato quadro rapito nella notte tra il 19 e il 20 Giugno 1977. Egli ha collaborato inoltre col dott. Angelo Ligotti e con la sovrintendenza di Siracusa nella mappatura dei siti archeologici del territorio di Barrafranca, ha insegnato in qualità di maestro ceramista e fine cesellatore di sbalzi in rame, in diversi corsi professionali. Ha partecipato, insieme al fratello Giuseppe Orofino, a diverse mostre d’arte con bassorilievi in rame, ispirati all’antica arte greca ed egizia.

Salotto artistico-letterario civico 49 ricorda GAETANO OROFINOIole Virone ha ricordato l’aspetto didattico e innovativo del suo ruolo di Maestro, dei suoi lavori manuali e di gruppo, dei suoi laboratori. Si trattava, per quel periodo, di una didattica innovativa. Giuseppe Bevilacqua ha rievocato la sua collaborazione con il Maestro nella costruzione dei carri allegorici, nella realizzazione di quelle enormi macchine carnevalesche da portare in giro. Filippo Salvaggio ha parlato dei momenti in cui, da giovane e assieme al fratello, andavano a osservare l’opera del Maestro nella sua “officina creativa”. Maria Costa e Giuseppe Pilumeli hanno raccontato della loro personale esperienza di amicizia con il Maestro. Liborio Centonze ha ricordato un aspetto poco conosciuto del maestro: il suo interesse verso ecosistema. Infatti ha costruito e sperimentato dei cesti in vimini per la pesca delle anguille. Bellissima serata fatta di ricordi e di rievocazioni della figura di un uomo, il Maestro Gaetano Orofino,  che ha fatto tanto per il suo paese, la cui memoria,  come spesso succede ad altre grandi personalità locali, non viene ricordata e valorizzata come meriterebbe.

Rita Bevilacqua

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