BARRAFRANCA. Il giornalista José Trovato, autore di “Mafia 2.0 21” e di altri due testi sull’argomento mafia, risponde alla lettera aperta di Giuseppina Bevilacqua, moglie di Raffaele Bevilacqua.

BARRAFRANCA. Il giornalista José Trovato, autore di “Mafia 2.0 21” e di altri due testi sull’argomento mafia, risponde alla lettera aperta di Giuseppina Bevilacqua, moglie di Raffaele Bevilacqua.

- in Barrafranca

La risposta di Trovato in merito alla villa di viale della Pace, contrada Zotta, confiscata a Raffaele Bevilacqua. José Trovato risponde attraverso un commento pubblicato su facebook Radioluce Barrafranca. Questo quanto scrive sull’argomento il giornalista leonfortese: “Nel giorno del sopralluogo delle istituzioni, il 27 febbraio 2014, finché sono rimasto, ero l’unica persona presente a scattare foto. Non ho visto altri. Non sono mai entrato nella villa ed è per questo, almeno per quanto ne so io, che non sono state pubblicate immagini dell’interno quel giorno. Ho scattato qualche foto fuori. Entrando avrei intralciato il lavoro delle istituzioni”. “Resta il fatto – scrive ancora José Trovato – che da allora ci sono voluti anni per giungere all’effettivo riutilizzo, che a mio avviso, oggi, è l’unica notizia importante e confortante. Non riutilizzare a scopi sociali un bene sottratto a un esponente di Cosa Nostra come Raffaele Bevilacqua era, e mi fa piacere che la mia idea venga condivisa, uno scandalo. Circa le ipotesi sulle ragioni che hanno tardato il riutilizzo, dico solo che non si tratta di suggestioni giornalistiche, ma che chiunque può leggerle nel testo della relazione del ministro Lamorgese che ha portato al commissariamento del Comune di Barrafranca”. José Trovato conclude: “Cercherò di approfondire questa storia dei 600 mila euro, anche se devo ammettere che non mi appassiona particolarmente. Il mio auspicio è che quella villa e il suo riutilizzo rappresentino l’emblema di una sempre più forte presenza dello Stato a Barrafranca, dove la mafia, per troppo tempo, ha vinto. Solo una notazione a margine. È un’impressione, perché non sono certo un esperto: dall’esterno non ebbi mai la sensazione di trovarmi davanti a un rustico fatiscente. Potrei sbagliarmi, ma a me quella sembrava una villa”. GAETANO MILINO

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