“I paggetti di sant’Antonio” antica tradizione popolare dedicata a sant’Antonio di Padova

“I paggetti di sant’Antonio” antica tradizione popolare dedicata a sant’Antonio di Padova

- in Barrafranca, Tradizione

Quando la devozione popolare ai Santi era motivo di unione, d’input a esternare un senso di religiosità popolare che varcava i canoni classici del credo religioso, fino agli anni ’60 del secolo scorso, si svolgeva a Barrafranca (EN) una particolare tradizione religiosa popolare chiamata “I paggetti di sant’Antonio”. Si trattava della vestizione in divisa di alcuni bambini i quali partecipavano alla processione solenne organizzata dai frati del Convento di San Francesco in occasione del “Corpus Domini”.  Prima della riforma del Concilio Vaticano II (1962-1965) la festa durava otto giorni e ogni Chiesa organizzava una solenne processione che si snodava per le vie della propria parrocchia. La processione procedeva per le vie del quartiere, dove erano allestiti degli altarini, realizzati appendendo al muro esterno della casa, una coperta di seta o di ciniglia, riccamente lavorata, su cui sopra era appesa un’immagine sacra. Gli altarini erano arricchiti con immagini sacre, fiori, candele, spighe o pane e vino.

I paggetti di sant’Antonio (foto Salvatore Licata)

Particolare era la processione organizzata dai frati che vedevano la presenza, appunto, dei paggetti di sant’Antonio, ossia dei bambini vestiti con un’uniforme simile nella forma a quella della Guardia Svizzera pontificia ma di colore diverso: pantaloni e casacca color carta da zucchero (azzurrino)con strisce nere, mantello nero (il nero ricorda il saio del Santo) e in testa basco nero con piuma bianca. Al fianco portavano una piccola spada. Al momento dell’elevazione dell’Ostensorio, mentre la banda musicale suonava il canto “T’adoriam Ostia Divina”e i fedeli intonavano inni sacri, i paggetti di sant’Antonio sguainavano le spade. Lo ricorda bene lo storico barrese Salvatore Licata quando, da bambino, vestiva i panni del paggetto e seguiva, assieme ai ragazzini della parrocchia, la lunga e spesso difficoltosa processione del Corpus Domini che si snodava tra le vie del quartiere Serra e Poggio (le strade di allora erano polverose e piene di ghiaia). Da altre testimonianze emerge che i bambini vestiti da paggetti andavano in Chiesa anche il 13 giugno durante la celebrazione liturgica in onore di Sant’Antonio che si svolgeva nella Chiesa di San Francesco, dove è presente un simulacro del Santo padovano.

Paggetto di Sant’Antonio (foto Alessandro Costa)

Alessandro Costa (classe 1945) ci racconta che erano i frati a fornire a chi ne facesse richiesta le indicazioni e il modello del paggetto. A organizzare la presenza dei paggetti sia per i festeggiamenti in onore di sant’Antonio, sia per il Corpus Domini erano padre Ludovico, padre Agnello, padre Guardiano e alcuni fedeli della parrocchia

Paggetto di Sant’Antonio (foto Giuseppe Salvaggio)

Alcuni vestitini furono realizzati per grazia ricevuta. E’ il caso del compianto Giuseppe Salvaggio (classe 1945). La figlia Loredana ci racconta che la nonna, dopo la morte di un precedente figlio, aveva posto sotto la protezione di sant’Antonio il piccolissimo Giuseppe, affinché non morisse come gli altri. Scampato il pericolo, la madre andò in chiesa a esternare il suo voto a Padre Guardiano che le diede le indicazioni per realizzare il vestitino da paggetto di Sant’Antonio.

Da alcune ricerche è emerso che la tradizione dei bambini vestiti da paggetti nella processione del 13 giugno la ritroviamo a Messina.

Messina 1962- Paggetti nella processione di sant’Antonio di Padova (foto web)

Da fonti storiche la devozione al Santo padovano si ebbe grazie al Beato Annibale Maria di Francia (1851-1927), grande devoto di Sant’Antonio e fondatore della Basilica Antoniana. Negli anni Messina è diventata il centro della devozione al Santo: difatti ogni anno migliaia di fedeli, provenienti non solo dalla provincia di Messina, ma da varie zone della Sicilia e dalla vicina Calabria, raggiungono la Basilica di S. Antonio per rendere omaggio al Santo e partecipare all’imponente processione del Carro Trionfale (l’attuale carro risale al 1946; il primo al 1931). Inoltre bimbi vestiti da paggetti sono presenti anche nei festeggiamenti che si svolgono a Padova e in altri paesi del Veneto. Da tutto ciò, si potrebbe ipotizzare che la tradizione, già presente a Messina nella prima metà del 1900, sia arrivata a Barrafranca a metà del ‘900, portata dai frati francescani presenti nel Convento barrese. Difatti, dalle interviste sopra citate e dalle foto d’epoca, si evince che la tradizione si svolgeva a Barrafranca già negli anni ’50. Come in tante altre tradizioni religiose popolari, centrale è la presenza dei bambini, caratteristica questa che riscontriamo in altre pratiche popolari come le orfanelle dietro i cortei funebri, le bimbe vestite di bianco nelle processioni del Corpus Domini o del Venerdì Santo. Simboli di purezza e d’innocenza, la presenza dei bambini qui assume un ruolo speciale, poiché Sant’Antonio è stato da sempre considerato protettore dei bambini, con riferimento ai tanti miracoli compiuti dal Santo verso i piccoli.

FONTI: Salvatore Licata, Carmelo Orofino, “BARRAFRANCA. La storia, le tradizioni, la cultura popolare”, 3ªedizione, 2010; “PADOVA. LA PROCESSIONE DEL SANTO E I TREDICI PAGGETTI. NELLA TRADIZIONE, UNA SERENA BARRIERA AL CONFORMISMO NEOPAGANO” di Elisabetta Frezza, pubblicato nel giugno 2013 in ricognizioni.it; www.basilicaantoniana.it; Fonti orali tra cui Salvatore Licata, Alessandro Costa, Loredana Salvaggio.

RITA BEVILACQUA

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