BARRAFRANCA. Lo dice lo studioso barrese Salvatore Marotta. Per avallare la sua tesi, egli scrive un lungo comunicato. “Il 10 luglio del 1943 – afferma lo studioso di Barrafranca – aveva inizio lo sbarco angloamericano in Sicilia. L’operazione Husky, con cui si dava l’assalto alla Fortezza Europa, fu preceduta (e seguita) da bombardamenti a tappeto non solo su obiettivi militari, ma sulle città e le popolazioni della Sicilia che dovettero pagare un pesantissimo tributo di sangue”. “Anche la nostra Barrafranca – scrive ancora Salvatore Marotta – subì la medesima sorte. Ecco come Salvatore Licata e Carmelo Orofino, nel libro “Barrafranca, storia, tradizioni, cultura popolare”, rievocano quei tragici avvenimenti:” Il 10 luglio Barrafranca subisce il suo primo bombardamento che causa la morte di 12 civili, tra cui il sacerdote Calogero Marotta. I numerosi feriti vengono ricoverati nell’ospedale da campo 22, sistemato al “Conventino” diretto dal capitano medico dottore Antonino Marinelli e coadiuvato dagli ufficiali medici dottore Borsati e dottore Candia. Ma il peggio doveva ancora arrivare: la domenica del 18 luglio un pesante bombardamento aereo da parte dell’aviazione tedesca provoca la morte di 49 civili, numerosi feriti e rilevanti danni al centro abitato, in particolar modo alla Chiesa Madre”.
Salvatore Marotta scrive e precisa: “Dunque, il 10 luglio Barrafranca subisce il primo bombardamento e qui non si scrive “ad opera degli americani”, forse per “pudore” (gli americani devono sembrare “buoni”, ma è risaputo che si comportarono da criminali, macchiandosi anche di numerose stragi assolutamente gratuite, come civili e prigionieri), o forse perché la cosa appare del tutto ovvia…
Nel secondo bombardamento (18 luglio) si fa esplicito riferimento all’aviazione tedesca. Ecco, questa cosa mi ha sempre lasciato perplesso e incredulo, finché mi sono deciso ad approfondire la questione, anche perché questa “vulgata” viene ripetuta acriticamente ogni volta che si rievoca il periodo in oggetto”. “Quando mi mostrerete – aggiunge Salvatore Marotta – le fonti e le prove oggettive e documentali di un’affermazione del genere sarò pronto a ricredermi, ma per il sottoscritto la possibilità che l’aviazione tedesca abbia sganciato bombe su Barrafranca è del tutto inverosimile. I tedeschi erano nostri alleati e non si capisce per quale motivo avrebbero dovuto colpire le case e la popolazione civile di un paese alleato. Peraltro, le Forza Armate italo-tedesche presenti in Sicilia erano sotto il comando italiano, esattamente del generale Guzzoni”. E continua: “Da tutte le ricerche fatte dal sottoscritto (libri, riviste, internet) non ho trovato NULLA che possa in modo diretto o indiretto avvalorare l’ipotesi di un bombardamento tedesco su Barrafranca. Del resto, basta conoscere l’evoluzione degli eventi bellici per escludere una cosa del genere. Il 12 luglio gli aeroporti di Ponte Olivo (Gela) e di Comiso erano già nelle mani degli invasori. L’eroismo veramente fuori dal comune, dimostrato dai nostri piloti della Regia Aeronautica e dagli alleati germanici, dotati di mezzi in assoluta inferiorità numerica rispetto agli angloamericani, fu soprattutto rivolto a contrastare gli attacchi aerei nemici e a bombardare le loro navi, infliggendogli pesanti perdite. Pensare che dopo otto giorni di durissimi scontri ( ci vollero ben 38 giorni per conquistare la Sicilia, che per gli invasori non fu affatto una “passeggiata”, come una certa storiografia stracciona e bugiarda ha preteso di far credere per tanto tempo…), pensare, dicevo, che nel pieno dello scontro aerei tedeschi (partiti da dove?) avessero potuto perdere tempo e munizioni per venire a bombardare un paesino dell’entroterra, è una cosa assolutamente incredibile, anche perché sarebbe stato un UNICUM di tutta la guerra”. Salvatore Marotta conclude: “In conclusione, o vengono esibite le prove, oppure questo fantomatico bombardamento tedesco deve considerarsi un clamoroso FALSO STORICO da cancellare”. GAETANO MILINO
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