Il Salotto artistico- letterario “Civico 49” presenta gli abiti del Bambino e dell’Angelo della rappresentazione “Fuga in Egitto” 2018

Il Salotto artistico- letterario “Civico 49” presenta gli abiti del Bambino e dell’Angelo della rappresentazione “Fuga in Egitto” 2018

- in Barrafranca, Civico 49
I fratelli Samuele e Joele Lupo raffiguranti l’angelo e il Bambin Gesù nella “Fuga in Egitto”

Cultura, arte e storia formano un connubio inscindibile e il Salotto artistico- letterario “Civico 49” di Barrafranca (EN) lo sa bene. Così nella riunione di giovedì 24 maggio 2018 sono stati presentati gli abiti del personaggio del Bambino e dell’Angelo (anno 2018),  indossati durante la rappresentazione conosciuta come “Fuga in Egitto”, che si mette in scena a Barrafranca la mattina del 19 marzo, giorno della festa di San Giuseppe.  Entrambi gli abiti sono stati realizzati dalla socia del Salotto Rosetta Vitale Barresi e dalla cognata Anita Gentile Barresi.  E’ stata l’occasione per parlare dell’autore della “Fuga in Egitto”, del valore letterario dei versi e dell’organizzazione della rappresentazione che da anni è curata dal sig. Ignazio Rizzo, presente all’incontro. Presenti Salvatore Lupo e la moglie Giuseppina Barresi, stimati avvocati e genitori di Samuele e Joele, che hanno interpretato nella rappresentazione “Fuga in Egitto” 2018 l’Angelo e il Bambino Gesù.  La serata è stata registrata da Radioluce (video di Salvatore Tambè). Dopo i saluti del padrone di casa Gaetano Vicari, Rosetta Vitale Barresi e Anita Gentile Barresi hanno spiegato ai presenti tutto il lavoro di preparazione, dalla scelta del modello all’acquisto del materiale per la realizzazione degli abiti dei loro nipotini, Samuele e Joele.

Rosetta Vitale Barresi e Anita Gentile Barresi

«Alla notizia che Samuele- spiega ai presenti Rosetta Vitale Barresi-   era stato sorteggiato per rappresentare l’angelo nella festa del 2017,  noi cognate siamo state contente di realizzarne l’abito. L’anno dopo  Joele è stato sorteggiato per rappresentare il Bambino e cosi con entusiasmo abbiamo preparano anche questo nuovo vestito, ispirandoci all’immagine del “Bambino di Praga” che però  abbiamo personalizzato in base ai tessuti e ai materiali scelti». Prima sono stati scelti i materiali da usare per gli abiti, poi si è passati alla progettazione: i modelli sono stati decisi in base al tessuto. I colori sono chiari e sono stati arricchiti con perline, strass, applicati seguendo la trama del ricamo già presente nel tessuto. Le ali dell’angelo sono in legno leggero e piume d’oca, realizzati con un sistema d’imbracatura comodo. La corona e le scarpe sono realizzati a mano e rifiniti con perline. Il vestito del Bambin Gesù  è realizzato in rasatello di seta e pizzo, decorato con perline. Il mantello è in velluto panna con applicazioni in pizzo, cucite sopra in modo da formare un decoro e rifinite con perline. La corona e il cesto sono in fil di ferro e passamaneria lavorati con strass e perline.

Gli ospiti del Salotto artistico- letterario “Civico 49”

A presentare la figura dell’autore e il valore letterario del “Dialogo di S. Giuseppe”,  con particolare attenzione ai versi dell’Angelo, sono stati Filippo Salvaggio e Rita Bevilacqua. Da tradizione il dialogo “Fuga in Egitto” o “Dialogo di S. Giuseppe” fu composto dall’abate Giuseppe Nicolò Baldassare Russo (1733-1791). Questa tesi è riportata dallo storico Don Luigi Giunta nel suo libro “Brevi cenni storici su Barrafranca” del 1928. Trattandosi di tradizioni orali, al tempo del Giunta circolavano varie copie manoscritte del dialogo, che riportavano come autore un certo Russo.  Lo storico sistemò e corresse le versioni, lasciandoci l’attuale testo. Dopo la pubblicazione del suo libro, il Giunta seppe dal barrese Giuseppe Faraci che l’autore del Dialogo era un suo parente, il notaio Giuseppe Russo, originario di Pietraperzia e sposato con la barrese Concetta Faraci, trapiantato a Barrafranca. Dopo dovute ricerche, il Giunta annotò la correzione sulla pagina del suo libro. Purtroppo il manoscritto non venne più ripubblicato e tutte le correzioni e annotazioni alla prima stampa sono andate perdute. La tesi che l’autore sia il notaio Giuseppe Russo (1771-1834) è stata riportata anche dal sac. Filippo Marotta di Pietraperzia nel suo volume: “Antologia delle tradizioni popolari, degli usi e dei costumi, delle espressioni dialettali e degli autori di opere in vernacolo di Pietraperzia”.

Joele Lupo, nei panni del Bambin Gesù impartisce la benedizione.

Il Russo compone l’episodio della Fuga in Egitto in versi martelliani, ossia versi formati da una coppia di settenari, chiamati così dal poeta Pier Jacopo Martello (1665-1727) il quale introdusse quel tipo di verso nella poetica italiana. Il soggetto del suddetto dialogo, anche se prende spunto da un fatto evangelico, la fuga della Santa Famiglia in Egitto (Matteo 12, 14-18), non è tratto né dai vangeli canonici, né tanto meno dai vangeli apocrifi. L’autore immagina che tre soldati di Erode, andando alla ricerca del Bambino, s’imbattono nella Santa Famiglia. «Mentre gli Erodiani (ufficiali di Erode) sono intenti a eseguire l’editto del loro Monarca- spiega Rita Bevilacqua- s’imbattono nella Santa Famiglia che attraversa una selva, per mettere in salvo il Bambino Gesù. Ricordandosi  che Erode è inesorabile in quello che comanda, gli ufficiali sguainano le spade per uccidere il Bambino, ma un angelo li arresta intimando: “Deh! Fermate la barbara mano” e riconosciuto in quel bambino il Messia dei Profeti, il voto delle genti, rimettono la spada nel fodero, chiedendo perdono e si partono lasciando che la Santa Famiglia segua indisturbata il suo cammino.» Per far apprezzare meglio il testo del Dialogo, con enfasi e partecipazione emotiva, Samuele ha recitato le parti quell’Angelo. Al termine con la formula “Biniditta a cena, biniditta a Maddalena, biniditti tutti quanti: ‘u Patri, ‘u Figghiu  e ‘u Spitiru Santu” recitata durante le “tavolate di San Giuseppe” il piccolo Joele ha impartito a tutti i presenti la benedizione.

L’ospite Ignazio Rizzo

Interessante ed esaustivo l’intervento del barrese Ignazio Rizzo che da anni si occupa di preparare i personaggi della rappresentazione. Da ufficiale a preparatore, Rizzo è ormai da decenni impegnato nell’organizzazione della rappresentazione. «E’ sempre un’emozione- afferma Rizzo- preparare i ragazzi. Aiutarli a imparare la parte, a immedesimarsi nel personaggio. Ogni anno è un’esperienza diversa.» Dopo la scelta dei personaggi, che in genere avviene per sorteggio e durano tre anni (eccetto il ruolo di Maria e del Bambino che sono due anni), si passa alla preparazione dei personaggi che dura  un mese. I prescelti non solo devono imparare a memoria i bravi da recitare, ma devono calarsi nella parte, per interpretare al meglio il testo poetico.

Al termine della serata, Gaetano Vicari ha donato a ciascuno degli ospiti un libro come ricordo dell’evento. Per ricambiare l’invito, Rosetta Vitale Barresi e Anita Gentile Barresi hanno regalato a tutti i presenti un segnalibro realizzato da loro, con le foto degli abiti dei personaggi.

Rita Bevilacqua

 

 

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