Un finanziamento per eliminare le barriere architettoniche tanto atteso ma mai realizzato

Un finanziamento per eliminare le barriere architettoniche tanto atteso ma mai realizzato

- in Barrafranca
foto Daniela Monaco da FB

Barrafranca. “ Una volta tanto che sono stati stanziati i fondi, gli uffici non sono in condizione di portare avanti i progetti, questo, oltre a essere un peccato mortale, denota la superficialità e lo scarso senso di responsabilità con cui si amministra la cosa pubblica”. Questa la dichiarazione di un malato di Sla (sclerosi laterale amiotrofica), Michele La Pusata dopo che da diversi anni (era il 2011) il comune aveva ricevuto un decreto di finanziamento dalla Regione Siciliana per eliminare le barriere architettoniche nella sede del comune dove si svolgono le adunanze pubbliche. I requisiti per accedere al finanziamento era se in quel periodo ci fossero cittadini chiamati a ricoprire cariche elettive. Allora Michele La Pusata era consigliere comunale. “Una triste e grottesca vicenda, tutta barrese, e che – afferma Michele La Pusata – dimostra il fatto che le vere barriere sono innalzate da chi dovrebbe abbatterle, umiliando così i disabili e la comunità tutta”. Da due legislature si chiede da più parti l’attenzione particolare a finanziamenti richiesti dal comune quando nel 2009 (amministrazione Ferrigno) il comune partecipa ad un bando e la Regione invia i relativi decreti di finanziamento nel 2011 con una somma di  142 mila euro e poi nel 2012 una somma di circa 130 mila euro.  Dal 2012 fino al 2015, l’amministrazione Lupo era stata sollecitata anche da interrogazioni ma i lavori non sono mai iniziati. Dalla partecipazione al bando sono passati sette anni ed ancora i lavori devono iniziare. Da qui l’indignazione di chi come La Pusata che allora studiò per benino anche il percorso dei finanziamenti in questione.  “ Conosco l’origine e il percorso dei finanziamenti in questione – precisa La Pusata – certamente la politica ha sempre le sue responsabilità, ma in questo caso mi sento di affermare, senza temere smentita, che ad essere inefficiente, è stato il funzionario preposto. I soldi sono sempre stati disponibili, anzi abbiamo seriamente rischiato di perderli per l’inettitudine, spero colposa, dell’ufficio responsabile”. E poi ancora Michele, accanto alla moglie Stella Salvaggio con veemenza anche se la voce, a volte, viene a mancare, rimarca, che vi è un’abitudine consueta da parte dei sindaci che davanti alle richieste dei cittadini si rifugiano nella classica frase ” mi dispiace ma non abbiamo i soldi”. E poi ancora Michele La Pusata, che sembra un fiume in piena continua: “Ovviamente non voglio fare di tutta l’erba un fascio perché ci sono dirigenti competenti, ma mi piacerebbe pensare, che in futuro, alla pari dei politici, anche i capi settore venissero scelti dai cittadini, viste le enormi responsabilità civili e morali a cui sono chiamati e di cui molte volte non rispondono direttamente, trincerandosi dietro la sfiducia generale che serpeggia nei confronti della politica”. I lavori prevedono l’adeguamento della sala consiliare con il ripristino dell’ ascensore del Giudice di Pace (viale Signore Ritrovato) e quello dei Servizi sociali (piazza Fratelli Messina), il montascale nella sede dell’ufficio tecnico (ex Amandes) e nel Palazzo di città. Diverse le interpellanze in questi anni presentate da molti consiglieri comunali la cui soluzione del problema è stata disattesa. “Ringrazio di cuore Giovanni Patti, amico e consigliere comunale – conclude La Pusata – e chi come lui si batte per concludere positivamente questa ignobile situazione”. Michele La Pusata è referente provinciale dell’ Aisla (associazione contro la Sla). Abbiamo anche ascoltato anche l’amministrazione attuale con il sindaco Fabio Accardi, il quale dopo averci riferito di aver ascoltato il caposettore competente, Francesco Costa, precisa: “ Le somme non sono mai state accreditate e ci sono stati soltanto due decreti di finanziamento da parte della Regione i quali sono arrivati prima del progetto e proprio per questo il percorso è stato lungo. Abbiamo inserito il progetto nel piano triennale con la possibilità dell’intervento nel 2017”. Quindi il comune si doveva adoperare a redigere il progetto e dare l’incarico ad un progettista con relativa gara d’appalto. Ora il sindaco Accardi sta interloquendo con la Regione dato che sono passati tanti anni  e vuole verificare se a tutt’oggi questo finanziamento possa essere dato o meno: “ Questa amministrazione è sensibile a tali problematiche e c’è anche da dire che la Regione ha sollecitato i lavori mettendo in bilancio il 20 per cento della somma e poi avrebbe finanziato l’opera. Ma alle spalle c’è la grave situazione economica dell’ente”. Recentemente, alcuni consiglieri tra cui Giovanni Patti e Michela Strazzante hanno denunciato l’inadempienza da parte del comune dopo che la Regione aveva indicato l’iter da seguire (art. 12 della legge regionale 47/97) secondo cui il comune doveva trasmettere il contratto e la consegna dei lavori e solo dopo il comune avrebbe ricevuto il tanto atteso finanziamento. La Regione tramite l’assessorato delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica, a firma del funzionario, Francesco Calderone, aveva inviato una nota nell’agosto del 2015 secondo cui per l’attivazione della reiscrizione in bilancio della somma da assegnare il comune doveva procedere a svolgere i lavori delle opere da realizzare negli edifici comunali.

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