Piantagione di droga a Barrafranca trentaseienne ottiene i domiciliari

Piantagione di droga a Barrafranca trentaseienne ottiene i domiciliari

In un terreno che coltivava in contrada Camitrice, tre settimane fa, la Squadra Mobile ha realizzato il più grosso sequestro di droga di sempre in Terra ennese: un totale di 522 chili fra marijuana già essiccata e piante (180), alte in media due metri. Adesso però il Gip Luisa Maria Bruno ha concesso gli arresti domiciliari ad Alessandro Canale, barrese incensurato di 36 anni. Secondo quanto trapela da Enna, è stata accolta l’istanza dei difensori di Canale, gli avvocati Paolo Giuseppe Piazza e Catena Di Fazio: per il giudice le esigenze cautelari, che pure permangono, sono tutelabili ugualmente, anche con gli arresti a casa. La Procura aveva invece dato parere negativo alla concessione dei domiciliari. Anche perché nel frattempo l’indagine prosegue, coperta dal più stretto riserbo e coordinata dalla magistratura requirente ennese. Il giovane, nel corso dell’udienza in cui l’arresto fu convalidato, aveva risposto alle domande del giudice, ammettendo la detenzione e la coltivazione di marijuana ma negando di aver mai spacciato. Quand’anche avesse voluto farlo, avrebbe aggiunto — rispondendo al Gip — non avendo precedenti né mai avuto alcun tipo di contatti con ambienti dello spaccio, non era riuscito a vendere l’erba e non sapeva neppure come fare. Una tesi che evidentemente non deve avere particolarmente convinto il giudice, visto che l’arresto è stato convalidato e ora è stata solo disposta una misura meno afflittiva del carcere. L’arresto è stato compiuto dagli agenti della sezione Criminalità organizzata della Squadra Mobile, diretta dal vicequestore Gabriele Presti. Quella notte la polizia si è appostata davanti alla serra. E quando Canale ha cominciato a lavorare, sono scattate le manette. Alcune piante superavano i due metri e la droga, per gli investigatori, al dettaglio avrebbe potuto fruttare anche i milione 600 mila euro. Le piante si trovavano nelle serre, con tanto di impianto di irrigazione. Invece 65 chili di marijuana tritata, 7 sacchi con piante essiccate (51 chili), 67 panetti di polvere di marijuana, 5 chili, avviati per la trasformazione in hashish, un barattolo con olio di hashish e quattro ovuli con pasta di olio di hashish, erano all’interno dei caseggiati. Gli agenti hanno sequestrato pure una pellettatrice elettrica, una macchina per sottovuoto automatica, centrifuga, bilancia, frullatori e uno stampino di metallo. Sarebbero stati usati per lavorazione, occultamento e confezionamento della marijuana. Nel comodino della camera da letto, inoltre, erano custoditi 27 proiettili calibro 7,65, illegalmente detenuti; e fogli stampati con le istruzioni su come produrre, coltivare e lavorare la marijuana. A coordinare l’inchiesta è il sostituto procuratore Francesco Romano, che aveva definito il quantitativo sequestrato, nel giorno in cui fu illustrata l’operazione “Green Farm”, alla presenza del procuratore Massimo Palmeri e del Questore Enrico De Simone, ‘assolutamente in grado di saturare il mercato ennese”. Sta di fatto che adesso il giovane arrestato — che ha dunque negato di aver mai gestito un “traffico di stupefacenti” proveniente dalle sue coltivazioni — ha potuto lasciare il carcere.
Josè Trovato




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