Il Sindaco Lupo ci scrive ancora

Il Sindaco Lupo ci scrive ancora

- in Barrafranca

Per non dimenticare!

È opportuno dedicare a Francesco la strada principale di Barrafranca?

Io credo di si!

Voglio rassicurare i residenti che, per il cambio di nome, non dovranno affrontare particolari e gravosi impedimenti burocratici o subire danni economici. La quasi totalità degli adempimenti sarà curata dagli uffici che saranno a disposizione di chiunque per ogni spiegazione in merito.

Il “fastidio” del cambiamento, in ogni caso, credo sia poca cosa rispetto alla valenza sociale del cambiamento stesso.

Voglio fugare un altro dubbio.

Non c’è alla base nessun tentativo spicciolo di revisionismo storico.

Garibaldi è Garibaldi. Lo si continuerà a studiare a scuola, con giudizi più o meno lusinghieri nei suoi confronti.

Ma Francesco è Francesco.

Francesco siamo noi, il nostro presente, la nostra storia più immediata, più diretta, quella che ci colpisce al cuore e ci fa soffrire

Non possiamo, a mio giudizio, relegare il suo ricordo in un angolo del paese, intitolandogli un’anonima villetta o una scuola tra le tante.

L’assassinio di Francesco è di una gravità inaudita che richiede perenne e duratura memoria, che richiede una riflessione costante e quotidiana in ognuno di noi.

La delibera che cambia nome al Corso principale del nostro Comune si inserisce in questo contesto, ha queste finalità, nessun’altra.

Chiunque dovrà percorrere il Corso Francesco Ferreri, chiunque dovrà ricordare e fare ammenda dell’atroce delitto che si è consumato tra di noi, all’interno della nostra Comunità: oggi, tra dieci anni, tra vent’anni….

L’assassino dovrà percorrere quella strada, sarà obbligato a percorrerla, magari a pronunciare il nome di Francesco o, peggio, ad evitare di pronunciarlo, ma ricordando di essere il carnefice di un giovane ragazzo. Non lo potrà evitare e sarà per lui una sorta di damnatio memoriae, a ricordo perenne di Francesco e a dannazione eterna per chi si è reso responsabile della sua uccisione.

Non è sufficiente ricordarlo in una scuola o nei posti frequentati solo da ragazzi.

No! Siamo noi adulti per primi a dover ricordare Francesco e fare ammenda di quello che è successo, ad agire affinché non si ripeta più una cosa del genere.

Il nome di Francesco alla via principale del nostro paese non serve a ricordalo ai genitori e ai familiari (non ne hanno bisogno), né la nuova denominazione aumenterà il loro dolore, che ha già assunto livelli parossistici.

Il nome di Francesco alla strada è per noi!

Serve a noi, ai nostri figli, ai nostri studenti. Serve per non rassegnarci all’idea che un gesto del genere possa rimanere impunito. Serve a destarci dal torpore in cui siamo caduti. Serve per non dimenticare Francesco e per ricordarci che siamo una comunità, che uniti possiamo farcela. Serve a ricordarci che bisogna lottare contro le ingiustizie, che bisogna indignarci nei confronti di chi non rispetta le regole. Serve per gridare il nostro dolore, la nostra rabbia, con il “pudore” e la “delicatezza” che la vicenda merita.

Il gesto è “semplice”, di una disarmante semplicità, la reazione è “commisurata” perché in risposta ad un’azione barbara che ha di gran lunga superato la misura ed è “delicato” perché rende onore ad un nostro ragazzo, ad un nostro figlio, ad un nostro fratello, al quale è stata strappata violentemente la vita.

Vedete, un effetto questa delibera l’ha già sortito.

Si è ripreso a parlare di Francesco.

Si sono avanzate proposte che ieri nessuno faceva e che oggi possono essere e saranno utili alla crescita sociale della nostra comunità.

L’assassino, purtroppo, è ancora tra noi. Occorre scuotere le coscienze, anche attraverso il cambio di denominazione del Corso principale.

L’assassino deve sapere che la comunità intera è unita, nel dolore, alla famiglia Ferreri ed è altrettanto unita, nella condanna risoluta, nei suoi confronti, per l’insano gesto che ha commesso e che ha lacerato profondamente i nostri cuori.

Nessuno della giunta comunale ha manie di protagonismo.

Se e quanto dovesse essere autorizzato il cambio di nome del Corso principale di Barrafranca, allora, da sindaco, non indosserò la fascia, non pronuncerò discorsi di circostanza, sarò presente da semplice cittadino tra i cittadini, perché il nostro paese ha bisogno, oggi più che mai, di essere comunità.

Probabilmente queste poche righe saranno lette da coloro che hanno notizie importanti per le indagini, così come è probabile che queste mie parole saranno lette dall’assassino di Francesco.

Allora, da questa pagina, invito i primi a squarciare il velo di omertà e fornire agli organi inquirenti le informazioni di cui sono a conoscenza e chiedo all’assassino, con fermezza e il cuore in mano, di COSTITUIRSI, per restituire serenità, per quanto possibile, alla famiglia Ferreri e all’intera comunità barrese.

Per non dimenticare!



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