GIUDICE DI PACE, SPIRAGLIO

GIUDICE DI PACE, SPIRAGLIO

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Barrafranca torna a sperare grazie al decreto “Milleproroghe”: il sindaco invitato ad attivarsi

BARRAFRANCA. C’è uno spiraglio per la riapertura dell’ufficio del Giudice di pace, grazie all’ approvazione del decreto “Milleproroghe”. A ri-’ marcarlo è il presidente del consiglio del consesso civico, Calogero Zuccalà e l’ex consigliere provinciale Giuseppe Regalbuto il quale ha so!lecitato il governo nazionale e i vertici di Forza Italia a partire dal coordinatore regionale Vincenzo Gibiino. Infatti il decreto “Milleproroghe” emendato con la proposta della riapertura degli Ufficio del giudice di pace soppressi, darebbe ai comuni di attrezzarsi per formulare le relative domande. E Barrafranca avrebbe tutte le carte in regola, oltre che ad essere un esempio di prestigio e civiltà e anche una notevole fonte di ricchezza economica, sia per la mole di lavoro svolto dall’ufficio dove annualmente si registra- vano più di 300 cause comprese tra il civile e il penale. Se poi la struttura è di proprietà del Ministero di Grazia e Giustizia non può che essere un valore aggiunto.
«Invito l’amministrazione a porre in essere -afferma il presidente del consiglio, Calogero Zuccalà – tutti gli atti necessari ed esaminare con la massima urgenza ed attenzione la possibilità di formulare l’apposita domanda volta alla riapertura della sede del giudice di Pace. Non approfittare di questa opportunità significherebbe contribuire ad una inesorabile decadenza e ad un impoverimento culturale del nostro territorio».
Il giudice di pace a Barrafranca è stato soppresso in precedenza in base ad un decreto ministeriale mantenendo tutti gli altri uffici come Agira, Centuripe, Leonforte, Piazza Armerina, Regalbuto e Troina). Oltre al buon funzionamento dell’ufficio grazie a dipendenti preparati la sede di Barrafranca ha una propria storia; infatti oltre ad essere stata sede di pretura con la presenza di personalità autorevoli come Piero Grasso (oggi presidente del Senato) e Santi Consolo (oggi nuovo capo dell’amministrazione penitenziaria nominato lo scorso dicembre dal Consiglio dei ministri ed ex procuratore genera-le di Caltanissetta) è stato ufficio di giudice di pace da circa 20 anni (dal 1995) e che serviva un comprensorio tra Barrafranca e Pietraperzia con una popolazione di circa 2Omila abitanti. Attua!mente per pietrini e barresi il disagio è notevole perché devono recarsi ad Enna. Lo stabile oltre ad avere una delle più belle aule penali della provincia è stato ristrutturato da poco con circa 900mila euro. Ma non tutti gli altri uffici del giudice di pace sono stati mantenuti in quanto le singole amministrazioni del comprensorio, hanno formato personale entro settembre del 2014 con dei relativi corsi così da integrarli nella pianta organica; mentre l’amministrazione barrese nel luglio scorso chiedeva al ministero la proroga degli adempimenti formali connessi all’istanza del mantenimento della sede e ad ottobre l’integrazione di due dipendenti comunali. Se riaperto il giudice di pace, l’amministrazione dovrebbe garantire sia la copertura finanziaria sia la formazione del personale.
RENATO PINNISI

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