Se le strade sono sempre più insicure e impercorribili, se crollano i soffitti delle scuole e le palestre sono inaccessibili, la colpa di chi è? Forse di quella politica che ha deciso di non fare più i conti con le ex Province, ormai diventate nell’immaginario collettivo capitolo chiuso, ma ancora in vita e tutte sull’orlo del fallimento? E nonostante proclami e annunci, il risultato è quello che questi Enti, se così si possono ancora chiamare, vivono una situazione disastrosa, allarmante e gravosa, sotto ogni punto di vista. Dopo i tagli che il Governo centrale ha annunciato, pari a circa un miliardo di euro per le ex Province, di cui 10 milioni in tre anni per Enna, non si potrà chiudere il bilancio. Conseguenza inevitabile è la riduzione dei servizi e l’impossibilità di assicurare le funzioni obbligatorie attribuite alle ex Province. La Provincia di Enna fa da apripista nel lanciare un grido di allarme, che stenta ad essere accolto a tutti i livelli. Sensibilizzata la deputazione ennese, ancora oggi, si aspettano reali e concrete risposte. Intanto alle funzioni corrispondono precise responsabilità e qualcuno dovrà pure pagare. Ad una prima nota ufficiale, firmata dall’allora commissario straordinario, Antonio Parrinello inviata ai presidi in cui annunciava la decurtazione del 30%, delle somme destinate alle spese di gestione delle scuole, ne segue un’altra questa volta a firma del dirigente della viabilità, Giuseppe Colajanni, indirizzata a tutti i vertici dello Stato, dal Presidente della Repubblica in giù. L’oggetto della missiva non lascia dubbi alcuni. “ Mancata assegnazione dei fondi per finanziare le spese correnti necessarie al funzionamento della ex Provincia regionale di Enna, impossibilità di assicurare funzioni obbligatorie attribuite alle Province e dichiarazione di esonero di responsabilità amministrativa, contabile, civile e penale” . Dettagliata, corposa e minuziosa, la lettera mette in guardia tutte le Istituzioni sui pericoli che potrebbero verificarsi, a fronte della mancata manutenzione delle strade e delle scuole di pertinenza provinciale. “Qualora perduri lo squilibrio finanziario- si legge nella nota- si potrebbe determinare l’interruzione di pubblico servizio, specificato in 8 punti chiave”. L’abbandono di qualsiasi forma di controllo e manutenzione della rete viaria porta a conseguenza incalcolabili, sulla sicurezza, sulla salute dei cittadini, sui collegamenti tra i centri e sull’economia dell’intero territorio. Analoga drammatica situazione si verifica anche nell’edilizia scolastica, sportiva, sociale e patrimoniale dove le esigue risorse non mettono nelle condizioni di fornire alcuni servizi obbligatori all’utenza. La lettera diventa quindi un atto dovuto, da parte della dirigenza, in funzione del fatto che, allo stato, nel capitolo di spesa alla voce “manutenzione strade” la Provincia ha solo uno stanziamento pari a 80 mila euro e 50 mila euro per la manutenzione ordinaria delle scuole provinciali. Il silenzio, però, attorno a questo grido di allarme, così come il silenzio delle scuole superiori che non hanno battuto ciglio alla nota di riduzione dei budget, è incomprensibile. La situazione è talmente paradossale, spiegano alcuni sindacati, che è molto probabile che nessuno creda al fatto del default di un ente pubblico. Eppure se nessuno prende le redini della situazione, andrà proprio così. Intanto c’è attesa per il ritorno nel capoluogo del neo commissario, Pietro Lo Monaco, il quale annuncia che nelle prossime ore si metterà in contatto con i suoi colleghi commissari per aprire un tavolo di confronto con il governo siciliano e nazionale.