PIETRAPERZIA. Quarto Festival del libro “Memoria e Utopia: libri e altre narrazioni”.

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E’ una tre giorni – da venerdì 9 a domenica 11 maggio 2025 – in programma a Pietraperzia. L’evento promosso dalla “Autoproduzioni Malanotte” e da Filippo Falcone in collaborazione con Angelo Salamone e Gianni Ruggeri. “Memoria e Utopia” è una collana delle “Autoproduzioni Malanotte”. Quello di Pietraperzia è il quarto “Festival del Libro”. Nel 2025, dopo tre festival al camping “Eden” di Torricella su Lago Trasimeno e a Genova (2022-2024), il festival “Memoria e Utopia” si incontra con il cinquantesimo anniversario della morte di Tonino Micciché, operaio e militante di Pietraperzia assassinato a Torino il 17 aprile 1975. IL PROGRAMMA: Venerdì 9 Maggio 2025, ore 17,00: Presentazione delm libro “Sud e Ritorni” di Angelo Maddalena. Dialoga con l’autore Don Osvaldo Brugnone (Responsabile Diocesano Ufficio Migrantes della CEI) (Saletta Associazione “Don Bosco 2000”, Via San Francesco D’Assisi, 10). Sabato 10 maggio 2025, ore 17,30: Presentazione del libro “La Vita ci respira”, di Sara Ongaro (Chiesa del Rosario, Pietraperzia). Ore 20,30: Alessandra Ristuccia canta e racconta “In Memoria e Utopia” (con suggestioni di Angelo Maddalena) (Cantinetta Iaria, Via La Masa (di fronte chiesa San Nicola).   Domenica 11 maggio 2025, ore 17,30:   Presentazione del libro Terra di silenzio, di Mauro Mirci, partecipa Gianni Ruggeri, Chiesa del Rosario, Pietraperzia.    ore 20,30: “Tonino Micciché sarai ricordato”, monologo teatrale di e con Angelo Maddalena. A seguire Filippo Falcone dialoga con Angelo Maddalena, Falcone annuncerà l’imminente ripubblicazione, aggiornata e arricchita, del libro “Morte di un militante siciliano”, ispirato alla vicenda di Tonino Micciché. (Chiesa del Rosario, piazza Matteotti). INFO edizionimalanotte@gmail.com 3881973465 (Angelo M.); 3392032093 (Filippo); 3458284062 (Gianni); 3381046798 (Angelo S.)Da registrare, intanto che il “Comitato Per Tonino Micciché” di Torino, il 9 maggio, un concomitanza con l’inizio del “Festival Memoria e Utopia” di Pietraperzia, organizza un tributo  a Tonino Miccichè in collaborazione con il Centro Studi “Piero Gobetti!”.Intanto ad Angelo Maddalena abbiamo fatto un’intervista per presentare l’evento di Pietraperzia. Come mai “Memoria ed Utopia”? “Memoria ed Utopia” trae origine dalla collana “Auto Produzioni Malanotte” che prende spunto, a sua volta, dallo studioso Mario Tronti il quale diceva che ‘Memoria ed Utopia vuol dire ricostruire la Memoria storica e collettiva – soprattutto dei movimenti di base (operai studenti, lavoratori) – che ci hanno cancellato e riappropriarci della nostra Memoria Storica e Collettiva, dei conflitti, delle lotte popolari, anche con la creatività’. Utopia nel senso di creatività. Riuscire ad immaginare altro e riuscire a riappropriarci del futuro”. “Tre anni fa, – dice ancora Angelo Maddalena – quando abbiamo organizzato la prima edizione del Festival della Malanotte, abbiamo invitato Andrea Sorbone, editore del libro “Morte di un militante siciliano”, di Filippo Falcone.  Tale opera era stata presentata a Pietraperzia nel 1999. Quando abbiamo organizzato il Festival del Libro al camping “Eden” di Torricella sul Trasimeno, ho scoperto che Maurizio Favaro, gestore di tale camping e che oggi ha 75 anni, aveva conosciuto Tonino Micciché. Poi, negli anni, Maurizio Favaro è diventato uno degli autori della Malanotte”. Quali gli obiettivi del Festival del Libro? “Ci sono non soltanto libri. L’obiettivo è quello di rivitalizzare la Memoria spesso desolata, raccontata male e quindi ricostruire attraverso i volti e le persone le storie come, in questo caso la storia di Tonino Micciché e non solo”. Cosa ci si aspetta da questo festival “Memoria e Utopia? “Intanto l’incontro con le persone che verranno e la possibilità di creare dei momenti di aggregazione e di confronto”. “E’ sempre un incontro tra persone – dice ancora Angelo Maddalena – che necessita di collaborazione che è già In atto proprio nella organizzazione di questo evento”. Come mai un festival a Pietraperzia, dopo averne organizzati tre, di cui due in Umbria e uno a Genova?

“In realtà è un ritorno e non una prima volta, un ritorno personale per me che sono di Pietraperzia anche se non ci abito da diversi anni, e un ritorno artistico e “collettivo”, perché i primi esperimenti sono stati fatti qui alla Casa dell’ Anima, a Portella di Matteo, in contrada Malanotte, poco più di dieci anni fa, era la Rassegna Racconti e canti in campagna”

C’è un legame con i festival precedenti?

Certo, oltre che per i contenuti, c’è anche un legame con i festival della Malanotte degli ultimi tre anni al lago Trasimeno: Maurizio Favaro, gestore del camping Eden a Torricella, dove abbiamo organizzato il primo festival nel 2022 e il più recente nel 2024, oltre a essere uno scrittore della Malanotte (due titoli, uno di poesie e Cuentos, racconti) è stato anche militante di Lotta Continua, ha conosciuto Tonino e ha fatto una donazione per sostenere il festival dal basso. Tutto casuale però: fino a tre anni fa non conoscevo bene Maurizio e non sapevo dei suoi trascorsi politici, tutto è successo nello spirito del “camminando si apre cammino”, che è anche il titolo del mio nuovo album, che prende spunto dal titolo di un libro di Arturo Paoli, scusate se mi faccio un po’ di pubblicità ma al festival per dare spazio agli altri il cd non sarà presentato.

Ecco, gli altri chi sono?

Intanto due donne che vengono da Modica, ma che non sono native di Modica: Sara Ongaro (che è nativa di Lodi), autrice del libro La vita ci respira e Alessandra Ristuccia, cantautrice di Caltanissetta. Poi Mauro Mirci di Piazza Armerina, Filippo Falcone da Sommatino ovviamente, ma anche, voglio dirlo, per la prima volta c’è un nucleo di organizzatori, cosa che nei festival precedenti mi era un po’ mancato, dovendomi occupare di tutto io, perché chi ospitava il festival metteva a disposizione lo spazio, quando parlo di tutto mi riferisco ai comunicati stampa, alla distribuzione delle locandine, oltre che contattare gli artisti ecc., in questo caso c’è una bella partecipazione attiva di Filippo, di Angelo Salamone, di Gianni Ruggeri dell’associazione Sedie volanti di Barrafranca…

E poi ci sono quelli dalla distanza?

Sì, soprattutto Enzino Di Calogero che ha fatto una donazione importante per il festival, da Berlino non ce la fa a venire, ma era come un fratello di Tonino, a Torino, entrambi emigrati e militanti. Poi anche Guido Viale ci sostiene dalla distanza, sia lui che Enzino sono stati intervistati da me e la loro testimonianza sarà pubblicata nella nuova edizione del libro di Filippo.

Filippo Falcone lo conosci da molto tempo?

Dal 1999, quando presentò il libro Morte di un militante siciliano a Pietraperzia, poi ci eravamo persi di vista, ci siamo ritrovati due anni fa. E’ un vero scrittore militante, nel senso che è coinvolto in quello che scrive, non nel senso che è ideologicamente schierato con quello che scrive, certo il coinvolgimento riguarda anche l’aspetto politico, ma lui è uno che prende a cuore le figure e le storie che racconta e studia, anche perché è uno studioso: la parola studio vuol dire anche cura, è quell’I Care di don Milaniana memoria: Filippo si è preso talmente a cuore la storia di Tonino che un anno fa ha organizzato insieme a me il progetto Memoria e Utopia, e siamo andati a Torino insieme per presentare il progetto in un centro culturale alla Falchera, dove abitano tutti i meridionali emigrati a Torino negli ultimi sessant’anni, dove è morto Tonino, da qui si distingue uno studioso o scrittore serio da uno “commerciale”: organizzare un progetto del genere richiede energie, risorse, materiali e interiori, ebbene Filippo non si è mai risparmiato, ovviamente non abbiamo chiesto un centesimo alle Istituzioni, e in teoria lui avrebbe potuto, anche perché fino a vent’anni fa era presidente del consiglio provinciale di Caltanissetta, ma investire dal basso, forse, è anche più redditizio per la comunità, in termini di partecipazione attiva e viva.

Come hai percepito in paese la percezione della storia di Tonino?

Nel libretto del monologo Tonino Micciché sarai ricordato, riporto un mio scritto in cu parlo di un trauma da affrontare, in generale per quello che è successo negli anni Settanta in Italia, a livello di lotte popolari e tutto il resto, e in particolare per la storia di Tonino e la percezione dei nostri compaesani. Sempre in quel libretto c’è un’intervista a Tonino uscita nel maggio del 1973, subito dopo la sua scarcerazione, in cui dice che lui quasi rimproverava quelli che in carcere gli dicevano che facendo rapine in Banca si colpiva il Capitale più che con gli scioperi, mentre lui ovviamente diceva il contrario: questo per quelli che ancora percepiscono Tonino come un delinquente, un terrorista o un “malavitoso”, in realtà era un “moderato”, per certi versi, ma questo attiene alla distorsione della memoria storica di quegli anni in generale. Poi però ho incontrato più di un mio compaesano di 35 anni che mi ha raccontato che conosceva la storia di Tonino perché nel 1999, a scuola media, un professore gli faceva leggere passi del libro Morte di un militante siciliano, credo fosse padre Carà, allora professore di italiano. E’ un esempio virtuoso di come la scuola possa vitalizzare la storia prendendo spunto dalla realtà dei conflitti a noi vicini nel tempo e nello spazio”. GAETANO MILINO