GDF CATANIA. Attività di contrasto in materia di usura. Misura cautelare personale nei confronti di 4 soggetti

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Nei giorni scorsi, su disposizione della Procura Distrettuale della Repubblica etnea, i finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale nei confronti di 4 soggetti in relazione ai reati di usura e di estorsione. Le indagini eseguite dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catania, hanno permesso di acquisire, allo stato degli atti, in relazione a una fase processuale che non ha ancora consentito l’intervento delle Difese e fermo restando la presunzione d’innocenza degli indagati valevole ora e fino a condanna definitiva, elementi che dimostrerebbero la loro partecipazione, talvolta a titolo individuale e talvolta in concorso, alla commissione dei suindicati reati.

Il provvedimento restrittivo compendia gli esiti di un’attività d’indagine scaturita dalle dichiarazione delle parti offese, costrette, per far fronte a comuni esigenze della vita familiare, a rivolgersi a soggetti che avrebbero prestato denaro con un elevato tasso usuraio, determinando il depauperamento del patrimonio economico delle vittime. In particolare, l’attività usuraia sarebbe perpetrata nei confronti di soggetti in difficoltà economiche appartenenti allo stesso nucleo familiare. Il G.I.P. ha quindi disposto nei confronti degli indagati la misura cautelare personale dell’obbligo di dimora. L’attività d’indagine si inquadra nelle azioni svolte dalla Procura della Repubblica e della Guardia di Finanza di Catania, finalizzate al contrasto della criminalità economico-finanziaria e dell’usura, odiosa pratica criminale che, al fine di ottenere ingenti guadagni, sfrutta lo stato di bisogno di soggetti in grave difficoltà economica, preservando, in tal modo la legalità del sistema economico nonché della leale concorrenza imprenditoriale. Sul Portale Salastampa è possibile scaricare il comunicato integrale della Procura.

PROCURA DISTRETTUALE DELLA REPUBBLICA

PRESSO IL TRIBUNALE DI CATANIA

In esito ad una complessa attività d’indagine coordinata da queta Procura Distrettuale della Repubblica, è stata data esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misura cautelare personale, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania nei confronti di: Maria PIACENTE, Provvidenza CONDORELLI, Maria Teresa CRISAFI, Daniele SARANITI in relazione ai reati di usura e di estorsione.  Le indagini, coordinate da quest’Ufficio ed eseguite da unità specializzate del Nucleo etneo di Polizia Economico Finanziaria – Gruppo Tutela Economia, hanno permesso di acquisire, allo stato degli atti, in relazione ad una fase processuale che non ha ancora consentito l’intervento delle Difese e fermo restando la presunzione d’innocenza degli indagati valevole ora e fino a condanna definitiva, elementi che dimostrerebbero la loro partecipazione, talvolta a titolo individuale e talvolta in concorso, alla commissione del suindicato reato. Il provvedimento restrittivo compendia gli esiti di attività di indagine scaturita dalle dichiarazioni di parti offese, costrette, per far fronte a comuni esigenze della vita familiare, a rivolgersi a soggetti che avrebbero prestato denaro, operando nella zona di Picanello e del Villaggio Sant’Agata, con un elevato tasso usurario, determinando il depauperamento del patrimonio economico delle vittime. In particolare, l’attività usuraia, secondo quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle, sarebbe stata perpetrata nei confronti di una pluralità di soggetti, prevalentemente in difficoltà economiche e a volte appartenenti anche al medesimo nucleo familiare.  Le somme concesse in prestito, in media di modesta entità ed oscillanti tra i 500 ed i 3.000 euro, sarebbero state elargite in contanti con una decurtazione, già alla consegna, di una rata a titolo di interesse con un tasso mensile variabile dal 60 fino al 300% del capitale finanziato. L’entità dei prestiti e la durata sarebbe stata calibrata sul profilo del richiedente, in base al grado di solvibilità. Nel corso delle investigazioni è inoltre emerso come gli indagati avrebbero, nella gestione delle posizioni debitorie, provveduto anche a sollecitare il recupero delle rate insolute nei confronti dei “clienti” ed avrebbero a tal fine intimorito e minacciato i debitori invitandoli alla regolarizzazione della propria posizione finanziaria. Specificatamente, il sistema di restituzione adottato dagli indagati non avrebbe consentito una facile estinzione delle somme pattuite essendo utilizzato usualmente un meccanismo con previsione di una corresponsione mensile di quote di interessi senza soluzione di continuità, non conteggiate ai fini dell’estinzione del prestito e ciò fino a quando la vittima non avesse provveduto alla riconsegna integrale, in unica soluzione, dell’importo erogato alla data dell’accordo, con ciò determinando, a causa di tali peculiari modalità di estinzione, in alcune vittime l’esigenza, pur di estinguere il prestito in corso, di contrarne un ulteriore ad un importo superiore. Nel corso delle investigazioni, svolte mediante intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche nonché attraverso il dispiego di servizi di osservazione e pedinamento, sono stati escussi anche i debitori, al fine di acquisire più specifici dettagli sulle modalità del prestito usuraio contratto. Il G.I.P. presso il Tribunale, sulla scorta di quanto ricostruito, su richiesta di questa Procura e dopo aver eseguito gli interrogatori preventivi previsti dalla cosiddetta riforma “Nordio”, ha ritenuto, dunque, sussistere un grave quadro indiziario a carico dei quattro indagati, disponendo l’applicazione nei loro confronti della misura cautelare personale dell’obbligo di dimora, poi eseguita dai militari del Nucleo PEF di Catania. GAETANO MILINO