11 Luglio 2025

CATANIA. Fatture per operazioni inesistenti. Sequestro di 3,8 milioni di euro e 12 indagati.

29052025_055705_foto_1

L’operazione condotta dai finanzieri del Comando Provinciale di Catania su disposizione del Gip del Tribunale di Catania. Nell’abito di complesse attività di indagine coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania, i finanzieri del Comando Provinciale della città etnea hanno dato esecuzione a una ordinanza con cui il Gip – Giudice per le Indagini Preliminari – preso il locale tribunale ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di oltre 3,8 milioni di euro nei confronti di una società leader nel settore della logistica catanese. Il provvedimento riguarda complessivamente 12 indagati, a vario titolo ritenuti responsabili di emissioni dei reati di emissione di fatture per operazioni inesistenti (FOI), dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di tali fatture, omesso versamento IVA e bancarotta fraudolenta. Le indagini, eseguite dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Catania mediante attività tecniche, servizi di osservazione, mirate perquisizioni locali, acquisizione ed esame di documentazione contabile ed extracontabile, nonché escussioni testimoniali di una trentina di dipendenti, traggono origine dall’approfondimento della posizione di alcune aziende somministratrici di manodopera, poste  in liquidazione giudiziale in quanto gravate da ingenti debiti erariali e previdenziali.  Fermo restando la presunzione di innocenza valevole ora e fino alla condanna definitiva, l’attenzione degli investigatori si è concentrata sulla società MESSAGGERIE LOGISTICA SICILIA S.r.l., con sede nella zona industriale di Catania, affidataria di servizi logistici da parte di rilevanti aziende operanti nella Grande Distribuzione Organizzata della Sicilia e sul reticolo di imprese che operavano in sub-appalto. Gli approfondimenti eseguiti avrebbero rivelato un complesso sistema di frode fiscale attuato mediante la creazione di numerose imprese dedite alla somministrazione illecita di manodopera a favore della suddetta società “capofila” da utilizzare per assicurare i servizi di logistica appaltati.  

Nel dettaglio, MESSAGGERIE LOGISTICA SICILIA S.r.l., soggetto giuridico privo di maestranze o con un numero esiguo di dipendenti, prevalentemente dediti a mansioni amministrative, per l’esecuzione degli appalti, sulla base degli indizi raccolti, avrebbero esternalizzato la forza lavoro, ricevendo, nel frattempo, “servizi di manodopera” da parte delle altre società coinvolte nella frode, formalmente autonome, ma, di fatto, riconducibili ad un unico dominus. In tal modo, queste ultime, si sarebbero caricate dei debiti erariali e previdenziali, mai versati, connessi al personale alle loro dipendenze e alla fatturazione dei servizi di manodopera “resi”, mentre la “capofila” – destinataria delle fatture per operazioni inesistenti, avrebbe potuto operare senza sostenere l’intero peso dei costi di lavoro dipendente, garantendosi, inoltre, la maturazione di ingenti crediti IVA non spettanti. All’interno del meccanismo fraudolento, secondo quanto emerso dalle risultanze investigative, e ferma restando la presunzione di innocenza, avrebbero operato N° n8 società cosiddette “serbatoio” (LA SERVICE S.r.l., S.T.S. S.r.l., A.T.G. LOGISTICA S.r.l., A.D. LOGISTICA S.r.l., GIESSE SERVICE S.r.l., COOPSERVICE F.M. Soc. Coop.va, JUST SERVICE S.r.l.s., e SPEED S.r.l.s.) costituite sotto forma di società cooperativa o di capitali (in particolare di S.r.l. o S.r.l.s.) che si sono, progressivamente avvicendate, trasferendo la manodopera dall’una all’altra e omettendo sistematicamente il versamento dell’IVA e dei contributi. Quanto alla regia unica, sarebbe stato accertato, a livello di gravità indiziaria, che il centro nevralgico del sistema di frode sarebbe da ricondurre alla società “filtro” MESSAGGERIE LOGISTICA SICILIA S.r.l., ed in particolare, con il ruolo di dominus, a Susanna CALIO’- formalmente dipendente e moglie del rappresentante legale di diritto Fabio Gaetano VALENTI – la quale avrebbe svolto un ruolo gestorio ed organizzativo di rilievo sia nell’ambito della suddetta impresa, in concorso con l’attuale Fabio Gaetano e il precedente amministratore Aurelio VALENTI, sia in seno alla società “serbatoio” in concorso con i relativi rappresentanti legali di diritto nella loro veste di “prestanome”. Al riguardo, gli stessi dipendenti sentiti in atti, avrebbero dichiarato che i formali amministratori delle impese presso cui erano assunti non avrebbero esercitato alcun potere direttivo o organizzativo in ordine all’espletamento delle loro mansioni e non avrebbero apprestato alcuna reale organizzazione di mezzi per l’esecuzione dei lavori formalmente loro affidati. Alla luce del complesso delle evidenze acquisite – si legge nel comunicato stampa della Procura della Repubblica di Catania – i contratti di appalto di servizi sono stati qualificati come simulati, in quanto diretti a celare una mera fornitura di prestazione lavorativa da parte delle società “serbatoio”, comportando un giro di fatture per operazioni inesistenti ndel complesso pari ad oltre 22 milioni di euro e un’IVA indebitamente detratta per 3,8 milioni di euro.” A conclusione delle attività di indagine, il GIP presso il Tribunale di Catania, su proposta della Procura della Repubblica della città etnea, “ha dunque ritenuto sussistenti gravi indizi di reità a carico dei soggetti indagati per i reati di emissioni di fatture per operazioni inesistenti (FOI), dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo delle predette fatture, omesso versamento IVA e bancarotta fraudolenta disponendo, nei confronti della società   MESSAGGERIE LOGISTICA SICILIA S.r.l. il sequestro preventivo della somma di oltre 3,8 milioni di euro corrispondenti al profitto del reato del reato di dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti”. “L’attività in argomento – si legge a conclusione dello stesso comunicato stampa – si inserisce nel più ampio quadro delle azioni  svolte da questo ufficio e dalla Guardia di Finanza di Catania a tutela della Finanza Pubblica, con lo svolgimento di complesse indagini volte, da un lato, a tutelare le imprese sane dalle più insidiose forme di frode fiscale, contrastando fenomeni illegali in grado di distorcere le regole della libera concorrenza e, dall’altro, a garantire il recupero degli illeciti proventi dell’evasione da destinare, una volta definitivamente acquisiti alle casse dello Stato, anche a importanti interventi economico-sociali”. (NDR: In allegato il comunicato stampa della Procura della Repubblica di Catania). GAETANO MILINO   

Categorie