15 Giugno 2025

PIETRAPERZIA. Piccolo Festival itinerante Memoria e Utopia…libri, musica e un monologo teatrale per andare oltre il “silenzio”, 9, 10 e 11 maggio:

falconeemaddalena

Chiesa del Rosario e “dintorni”.

“Tonino Micciché sarai ricordato”, adesso è più che un monologo teatrale che da un anno gira per l’Italia, scritto e interpretato da Angelo Maddalena e tratto dal libro Morte di un militante siciliano di Filippo Falcone. Adesso è ancora più concreto e visibile tutto ciò perché nella via Tonino Micciché, intitolata nel 2011 da una delibera del Comune di Pietraperzia, c’è una targa, installata mercoledì 7 maggio, non è più una “via fantasma”, come dice Angelo all’inizio del monologo. Tre libri, un concerto e un monologo teatrale hanno costruito il piccolo Festival Memoria e Utopia: da Modica sono arrivate le due donne che hanno animato il festival, una è Sara Ongaro con il libro La vita ci respira, un appuntamento molto atteso da chi la conosceva soprattutto da chi è arrivato da Barrafranca; infatti, una recensione del libro era stata scritta qualche mese fa da Gino Strazzanti, studioso e artista di Barrafranca, pubblicata sulla rivista “Oreundici”. Sara Ongaro, antropologa di Lodi che da trent’anni vive a Modica perché sposata con Saro Guarrasi, insieme a lui gestisce un laboratorio di cioccolato equo e solidale con il marchio

La Equa. Il suo libro, che definisce “irregolare” perché scritto in epoche diverse del suo percorso ma che risente in parte di un periodo di malattia, è stato apprezzato in particolare da Stella Spagnolo, di Barrafranca, che aveva letto il libro e ha fatto notare la semplicità del linguaggio di Sara, la limpidità del suo modo di scrivere ed esporre il suo racconto che parte spesso da esperienze vissute e rielaborate e non da letture di libri, sebbene siano spesso citati passi del Vangelo e della Bibbia ma anche di testi orientali e buddisti. A tal proposito, Angelo Maddalena, che ha dialogato con Sara, ha letto un passo del libro in cui è citato Mosè sul Monte Nebo, il quale sa che non vedrà la Terra Promessa ma non per questo desiste dagli sforzi e dalla ricerca, lo fa per il suo popolo, ed è citato anche il passo del Deuteronomio in cui Mosè esprime la consapevolezza che il suo popolo si allontanerà da Dio, ma non per questo lui perde la speranza e la forza di andare avanti.

Angelo ha fatto notare una similitudine con la vicenda di Tonino Miccichè, il quale è morto per una causa collettiva e non ha visto realizzato ciò per cui lui e altri suoi coetanei e militanti hanno lottato e, nel suo caso, pagato con la vita. Alessandra Ristuccia, anche lei abitante a Modica da molti anni ma nativa di Caltanissetta, con le sue canzoni in siciliano, scritte da lei e riprese da Rosa Balistreri e dalla tradizione popolare siciliana, ha spesso citato Tonino Micciché e le lotte popolari passate e recenti, ha denunciato il Ddl Sicurezza da poco approvato dal governo Meloni che vieta e criminalizza ancora di più la partecipazione popolare a manifestazioni di piazza per esprimere dissenso e protesta. Lo spettacolo di Alessandra, con una breve assistenza in scena di Angelo Maddalena e con la partecipazione in alcuni brani di Claudia Ristuccia, sorella di Alessandra, con tamburello e voce, ha animato la Cantinetta di Iaria e Maddalena, di fronte la Chiesa di Santa Nicola. Pizze e vino, thè e pasticcini hanno allietato i partecipanti dopo lo spettacolo. La Cantinetta di Iaria e Maddalena è stata ripristinata per l’occasione dopo circa dieci anni, quando era stata aperta per la presentazione del libro Le storie di Sceccupensu di Giorgio Ruta, uno dei primissimi volumi editi dalle Autoproduzioni Malanotte, progetto di narrazioni dal basso fondato da Angelo Maddalena con l’assistenza e la “benedizione” di Mauro Mirci, Ivan Catalano e Giorgio Ruta. Oggi la Malanotte pubblica almeno tre titoli l’anno, oltre che cd e dvd, e organizza il festival Memoria e Utopia di cui questa è la quarta edizione, dopo le due edizioni di Torricella su Trasimeno (2022 e 2024) e Genova (2022).

La Malanotte è pure una libreria errante, anche in bicicletta (dal 2022), ma in questo caso è diventata “libreria in cantinetta”, aperta anche di mattina nei giorni del Festival e nei giorni precedenti, dove sono passati alcuni graditi ospiti venuti per l’occasione o gente di passaggio. Una delle novità fuori programma è stata la partecipazione di tre giovani artisti pietrini che hanno accompagnato il monologo di Angelo Maddalena: Gioele Romano con il clarinetto, Francesco Di Gregorio con la chitarra e la voce perché ha letto un breve testo che fa parte delle letture scelte da Angelo Maddalena durante il suo monologo, stessa cosa ha fatto Sara Giulia Vitale, autrice, tra l’altro, del romanzo Risorgerà il sole (Robin edizioni, 2022). Filippo Falcone, alla fine del monologo di Angelo, ha annunciato la riscrittura e ripubblicazione del suo libro Morte di un militante siciliano, meridionali nella Torino degli anni Settanta, che sarà pubblicato entro il 2026. E’ uno dei frutti del progetto Memoria e Utopia per Tonino Miccichè, lanciato insieme ad Angelo, a Torino, ad aprile del 2024, che comprendeva il montaggio della targa della Via Tonino Micciché, la ripubblicazione del libro, insieme al monologo che ha già toccato una decina di località: Torino, Sanremo, Genova, Torricella sul Trasimeno, Firenze, San Cataldo e, adesso, finalmente a Pietraperzia, nella Chiesa del Rosario dove erano presenti, tra gli altri, la sorella di Tonino, Enza, e il fratello Giuseppe, tornato dall’Inghilterra dopo circa cinquant’anni, come cinquant’anni sono passati dall’uccisione di Tonino. Filippina Micciché, cugina di Tonino, durante lo scambio di vedute con Filippo Falcone, ha affermato che la storia di Tonino Micciché dovrebbe diventare motivo di incontro e confronto frequente e diffuso tra gli abitanti di Pietraperzia. Tra i presenti sempre assidui agli appuntamenti, oltre a Rocco D’Anna, marito di Filippina e fin da piccolo cultore della testimonianza e della figura di Tonino, anche Angelo Salamone, Gianni Ruggeri da Barrafranca e Filippo Falcone venuto da Sommatino. Gianni, oltre ad assistere come moderatore Mauro Mirci durante la presentazione del libro Terra di silienzio, chi ha ucciso Francesco Ferreri?, ha anche suonato il tamburello accanto ad Alessandra Ristuccia nella serata di canzoni in cantinetta. In concomitanza con il piccolo festival Memoria e Utopia, alla Falchera, quartiere operaio di Torino dove è stato assassinato Tonino Micciché, il 9 maggio è stato organizzato un Tributo a Tonino con testimonianze e presentazione di un documentario inedito di Domenico Leccisotti: De Luna racconta Tonino Miccichè. Giovanni De Luna è uno storico e studioso torinese citato spesso da Filippo Falcone che nel suo discorso si è detto impressionato del fatto che quando anni fa era andato a trovare De Luna nel suo studio a Torino, aveva trovato un quadro con la foto di Tonino Miccichè che De Luna teneva appeso alla parete. Lo spirito del festival è racchiuso anche nelle parole di Mauro Mirci a proposito del caso Ferreri: molti non vorrebbero che si parlasse più di questo caso, ancora irrisolto. E, suggerisce Mirci, è meglio discuterne anche a volte in modo da controbattere, così come capita per Tonino Miccichè a Pietraperzia, dove qualcuno ancora oggi riporta o sostiene delle “dicerie” che sono “fuori dalla storia”, come dice Filippo Falcone, però è già un modo per provocare un eventuale approfondimento, è uno stimolo, in un certo qual modo, piuttosto che il silenzio e la rimozione. Interessante anche il fatto che esista un concorso letterario intitolato a Francesco Ferreri e qualche manifestazione (fino a un po’ di anni fa) per chiedere verità e giustizia. “Memoria e Utopia” vuol dire allora rimettere in gioco le carte, non permettere che l’oblìo diventi foriero di narrazioni scollate dalla realtà: a tal proposito è stato fatto notare che molti abitanti di Pietraperzia ripetono una formula, per sentito dire: “Tonino Micciché è stato ammazzato dalle Brigate Rosse”. Non lo dicono con convinzione, non si sa chi ha diffuso questa voce, se un giornale o una campagna di stampa di molti anni fa o se la confusione storica di un periodo carico di stimoli e di fermenti e lotte popolari abbia portato a certe mezze verità come questa: in realtà Tonino Micciché è stato ammazzato da una guardia giurata nel contesto delle lotte dei comitati per la casa degli operai della Falchera. Però è significativo che Marco Farvella, che ha intervistato la madre di Tonino e la sua famiglia, quindici anni fa, fa parte del Movimento Urla e Silenzio, per celebrare le vittime del terrorismo. Ma Micciché non è una vittima del terrorismo, incuriosisce però il fatto che molti lo pensino, chissà se c’è una regia dietro a tutto ciò, una regia politica e mediatica?

La cosa certa è che tutta questa “confusione” si può diradare solo con lo studio, con i documenti, e Filippo Micciché con il suo libro in fase di ripubblicazione è un faro, faro che già oggi chiunque può consultare nella biblioteca di Pietraperzia o anche su internet per acquistarlo come libro usato: basta chiedere o digitare Morte di un militante siciliano, meridionali nella Torino degli anni Settanta, edizioni Lighea (anno di pubblicazione: 1999). Riprendendo il filo del discorso delle manifestazioni rituali che non necessariamente creano elaborazione, è significativo il fatto che molti appuntamenti si sono svolti dentro la Chiesa del Rosario che don Pino Rabita ha concesso. Lo stesso padre Rabita, in un’omelia di poch, nella stessa Chiesa, aveva detto che le processioni e gli atti di devozione servono a poco se non comportano una ricerca spirituale approfondita e nutrita anche dalla lettura e, magari, dalla partecipazione ad appuntamenti come quelli proposti nei tre giorni del Festival. Anche don Osvaldo, che ha dialogato  con Angelo Maddalena durante la presentazione del libro Sud e ritorni, per l’apertura del festival, ha fatto notare che quando si propone un incontro di confronto e approfondimento su temi che ci riguardano da vicino e che fanno parte del nostro tessuto storico, personale e collettivo, come il libro presentato da Angelo, sugli emigrati italiani in Belgio, si fa difficoltà a coinvolgere un nutrito pubblico, come se ci fosse il timore e la difficoltà ad affrontare tematiche pregne di senso profondo, come se si volesse mantenere un silenzio o più che altro una rimozione circa le questioni che danno senso alla nostra storia recente e dolorosa, traumatica ma anche di riscatto, come il riscatto che è venuto da queste giornate di approfondimento e di espressione creativa, letteraria, musicale e teatrale. Per concludere, Gianni Ruggeri ha voluto ringraziare “anche chi non c’è”, come ad esempio Enzo Di Calogero da Berlino, Maurizio Favaro del camping eden di Torricella sul Trasimeno, Guido Viale, Giovanna Morelli da Lucca, Filippa Di Lavore di Pietraperzia emigrata a Cividale del Friuli, Andrea di Varese, che hanno sostenuto con piccole e grandi donazioni questo festival totalmente nato e cresciuto dal basso. E anche i piccoli gesti significativi di chi, come esercente e commerciante di Pietraperzia, ha dato un piccolo contributo per come ha potuto, i cui nomi sono stati riportati tutti nelle 200 copie di programmi pieghevoli stampati e distribuiti nel periodo preparatorio del festival, così come le poche decine di locandine a colori. GAETANO MILINO

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