Barrafranca non dimentica i suoi figli morti nell’alluvione del 12 ottobre 1991

Barrafranca non dimentica i suoi figli morti nell’alluvione del 12 ottobre 1991

- in Barrafranca

Passano gli anni ma il ricordo di quel maledetto giorni è ancora vivo nella mente dei barresi. Dolore, amarezza e infinita tristezza, sono alcuni dei sentimenti che, ancora adesso, avvertono i barresi al ricordo di quel giorno funesto.

Era sabato 12 ottobre 1991 e una tremenda alluvione colpisce il territorio di Barrafranca, Licata, Canicattì, Enna e Caltanissetta. La pioggia, il vento, i fiumi in piena, in poche ore hanno sconvolto il volto dei paesi, ponti crollati, strade interrotte, case sventrate, voragini che hanno inghiottito uomini, donne, bambini, automobili; campagne che sembrano risaie, scuole chiuse, danni per decine e decine di miliardi. A Licata e Barrafranca è stato dichiarato lo stato di calamità naturale. Nel bacino del fiume Salso l’evento di pioggia durò più di 20 ore, con inizio alle ore 5.00 per concludersi alle ore 24.00. La massima precipitazione fu registrata al pluviometro di Enna e fu di 229 mm, mentre la massima intensità, pari a 56 mm/h, fu registrata al pluviometro di Caltanissetta, tra le 19. 00 e le 20.00 del 12-10-1991. Il volume di acqua totale, affluito sul bacino del fiume Salso fu di 225 milioni di metri cubi (Di Lorenzo, 1993). La posizione mediana di Barrafranca, tra Enna e Caltanissetta ha fatto si che sia stato il comune con i più ingenti danni. L’ alluvione colpisce maggiormente viale Generale Cannada lungo il bacino del torrente Tardara, dove l’acqua raggiunse addirittura i 2 metri e 15 centimetri in cui affluivano detriti di varia natura e anche carcasse di auto trascinate dalla corrente.  Incendi danni si riscontrarono anche in via Marchese Matteo Barresi, dove un fiume di fango e detriti ha travolto ogni cosa che trovavano sul suo cammino. Sembrava un inferno, ricordano gli anziani.

Fango, detriti, case allagate, macchine distrutte, luce e telefono fuori servizio, lunghi tratti della rete idrica e di quella fognaria danneggiata, la vasca di raccolta dell’acqua di contrada Gurretta invasa dal fango e dai detriti e l’impianto di postalizzazione messo fuori uso. Invasa dalle acque e danneggiata la cabina dell’ENEL sempre in contrada Gurretta. La furia delle acque travolse sei persone, rimaste nel bivio Catena per aiutare altre persone in difficoltà. Pesante il bilancio di vite umane. Sei i corpi recuperati senza vita, Giuseppe Arena, di 14 anni, Salvuccio Nicoletti, 30, Giuseppe Tambè di 14, e Salvatore Tambè di 29, tutti di Barrafranca, mentre due erano originari di Mazzarino, Luigi Arena di 25 e Rocco Vincenti di 33, tutti di Barrafranca, mentre due erano originari di Mazzarino, gli infermieri Luigi Arena di 25 e Rocco Vincenti di 33. 

Le operazioni sono subito scattate da parte dei vigili urbani e dei carabinieri, coadiuvati dal gruppo Scout Barrafranca (aperto ufficialmente alcuni giorni prima) e da alcuni volontari. In contrada Gurretta sono giunti anche vigili del fuoco, personale della protezione civile e del corpo forestale, tutti impegnati nel salvataggio di una decina di persone e nella ricerca degli scomparsi, trovati successivamente privi di vita.

Centinaia di ettari di terreno attorno Barrafranca sono stati devastati dalla pioggia torrenziale, ponti crollati come quelli situati in contrada Albana e in contrada Celsi, entrambi nella Strada Statale 191 e quello sulla Strada Statale 560 in contrada Ficodindia. Barrafranca ormai è isolata…!

Alcune delle strade che collegano Barrafranca ai paesi limitrofi invase da una grande massa di fango, con un transito impossibile o molto difficoltoso: SS 191 Barrafranca-Pietraperzia, Sp 15 Barrafranca-Piazza Armerina,  Sp 96 vicino alla svincolo della bretella Pietraperzia Caltanissetta, la Sp 10 Pietraperzia-Riesi, la SS 560 Pietraperzia-Enna, Sp 49 Barrafranca-Bivio Friddani, Sp 78 Bvio Ramata-Bivio Rastrello, Sp 36 Bivio Rucignolo Piazza Armerina-Mazzarino, Sp 10 Ramursura-Sant’Antonino e numerose altre strade interpoderali.

L’allora sindaco prof. Giuseppe Balsamo dichiara lo stato di calamità naturale e ordina la chiusura delle scuole per ben tre giorni. L’acqua viene distribuita con le autobotti. Sono tante le situazioni d’affrontare. Barrafranca è in ginocchi e piange le sue vittime.

FONTI- quotidiani: “La Sicilia” del 14 ottobre 1991; “La Repubblica” 15 ottobre 1991; “L’Unità” del 14 ottobre 1991. RITA BEVILACQUA

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