ENNA. Mafia. Intimidazione per il giornalista José Trovato. Solidarietà da Fabrizio Trentacoste, Andrea Giarrizzo, Assostampa Sicilia, Gruppo Cronisti e Sezione Assostampa di Enna.

ENNA. Mafia. Intimidazione per il giornalista José Trovato. Solidarietà da Fabrizio Trentacoste, Andrea Giarrizzo, Assostampa Sicilia, Gruppo Cronisti e Sezione Assostampa di Enna.

- in Enna

Intimidazione per il collega ennese José Trovato, componente del Gruppo Cronisti Siciliani di Assostampa Sicilia – sindacato unitario dei giornalisti – da parte di una famiglia mafiosa. Per questa ragione la segreteria dell’Associazione Siciliana della Stampa, il direttivo del gruppo Cronisti Siciliani e la sezione Assostampa di Enna esprimono solidarietà e stima al collega José Trovato invitandolo a proseguire la sua testimonianza professionale con coraggio e perseveranza. Solidarietà anche da Fabrizio Trentacoste – Componente della 9ª Commissione permanente Agricoltura e produzione agroalimentare e della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati. Solidarietà a José Trovato anche da Andrea Giarrizzo,Vicepresidente della commissione Attività produttive alla Camera. In un comunicato stampa del 28 giugno 2022 si legge: “Nel pomeriggio di lunedì 27 giugno 2022 José Trovato ha sporto una formale denuncia al Commissariato di Polizia di Leonforte, nell’Ennese, contro i responsabili dei profili di facebook riconducibili ai familiari di un mafioso della provincia di Enna in carcere all’ergastolo. Nello sporgere denuncia, il collega José Trovato ha ricordato la sua precedente denuncia del 2005 nei confronti del padre dell’autore del commento, allora a piede libero, che, “con tono intimidatorio” – continua il comunicato stampa – sostanzialmente usò le stesse parole contro di lui cioè chiese di non scrivere più notizie che lo riguardavano”. “Nello specifico – si legge nello stesso comunicato stampa – a commento di un post in cui Trovato annunciava la prossima presentazione a Leonforte del suo libro dal titolo “Mafia 2.0-21” dopo essere stato apostrofato come “giornalista da strapazzo” e “ridicolo”, il responsabile del profilo in questione, con tono apparentemente amichevole, lo ha invitato a non scrivere mai più di suo padre”. Il comunicato stampa prosegue: “Sarà la magistratura a stabilire se questa richiesta, proveniente dal figlio di un mafioso, integri o meno una specifica fattispecie di reato”. Intanto Roberto Ginex (segretario di Assostampa Sicilia), Claudia Brunetto (segretaria regionale del Gruppo Cronisti) e Gianfranco Gravina (vicesegretario di Assostampa Enna) dichiarano: “Ciò che riteniamo non si possa fare passare in silenzio è il messaggio che un giornalista possa essere aggredito verbalmente sui social dai parenti di un mafioso, nel tentativo di ridurlo al silenzio”. Fabrizio Trentacoste dichiara: “Per la terza volta,il giornalista José Trovato riceve delle intimidazioni da parte di organizzazioni mafiose. le stesse che, più di dieci anni fa, si sono già scagliate contro il cronista, seppure con mezzi diversi”: Fabrizio Trentacoste aggiunge: “Adesso le minacce continuano sui social e sarà la polizia di Leonforte a stabilire come agire. Al giornalista Trovato esprimo la mia vicinanza e profonda stima per avere proseguito in questi anni il suo percorso con perseveranza e coraggio”, Fabrizio Trentacoste conclude: “Sono proprio queste le qualità di cui abbiamo bisogno per debellare definitivamente il fenomeno mafioso, un male da troppo tempo radicato nel nostro territorio”. Andrea Giarrizzo, Vicepresidente della commissione Attività produttive alla Camera, dichiara: “Esprimo la mia massima solidarietà al giornalista dell’Ennese Josè Trovato, raggiunto da nuove intimidazioni per la sua attività di denuncia nei confronti delle attività mafiose, una realtà purtroppo ancora viva nel territorio e che pertanto merita la giusta attenzione”. Andrea Giarrizzo continua: “Specialmente in un ambito in cui l’omertà spesso la fa da padrone il ruolo del giornalista rappresenta una risorsa ancora più preziosa per la comunità. Quello di Trovato dunque è un impegno valoroso, che va premiato e tutelato”. Andrea Giarrizzo conclude: “Sono certo che la Magistratura e le Forze dell’Ordine, così come il Commissariato di Leonforte, con il quale peraltro sto collaborando per migliorarne ulteriormente l’efficienza, prenderanno le dovute misure nei confronti di chi infrange la legge e minaccia la salute dei nostri cittadini”. Josè Trovato, da parte, sua dice: “In questi anni mi sono abituato a tollerare, provenienti dalle famiglie dei boss, espressioni fuori dagli schemi, messaggi sibillini, frasi a metà tra il detto e il non detto, persino attacchi di gente che vuol fare passare il messaggio che, chi parla di mafia, danneggia questa terra”. José Trovato aggiunge: “Oggi però ho deciso di dire basta. la misura è colma”. Per quanto riguarda la persona che gli diceva di non scrivere più di lui, José Trovato dice ancora: “Nel 2009 venni a conoscenza in questura dei suoi propositi di volermi fare ‘saltare la testa’. Avrebbe usato proprio queste parole mentre si trovava in carcere a Caltanissetta: “Saltare la testa”. “La mia testa – conclude José Trovato – è sempre sulle mie spalle e soprattutto, oggi come ieri, non posso che dir loro di mettersi il cuore in pace perché non smetterò mai di raccontare le cronache della mia terra”. GAETANO MILINO

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