Barrafranca. Il coro Magnificat, “Il canto diventa preghiera profonda”, l’esperienza ad Assisi.

Barrafranca. Il coro Magnificat, “Il canto diventa preghiera profonda”, l’esperienza ad Assisi.

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Barrafranca. Pubblichiamo con gioia la toccante e segnante esperienza che il coro Magnificat ha avuto modo di vivere in quel di Assisi, città dove si respira l’aria della pace e della serenità dell’anima. Il canto, momento altissimo di preghiera comunitaria e per la comunità, nei luoghi di San Francesco assume una valenza universale.
La redazione

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“Laudato si mi Signore per quelli che cantano il Tuo amore”

Ogni canto di gratitudine separa e unisce: separa mantenendo la vicinanza e unisce mantenendo la distanza, ricongiunge il passato al presente, guarisce le ferite e apre al dono, fa rinascere la relazione e l’appartenenza. Il canto diventa preghiera se nasce da un cuore capace di desiderio d’incontro con Dio! Certamente cantare nella basilica di San Francesco in Assisi è stata una delle più belle esperienze che la nostra realtà di coro abbia mai fatto, la più forte. Ci ha fatti sentire avvolti dal calore della famiglia – quale chiesa-grembo – capace di generare e accogliere ogni figlio nella sua diversità.

Un evento ricco e carico di emozioni.

Quando la gioia della preghiera si esprime nel canto crea quello spazio spirituale di dialogo tra cielo e terra… tra creatura, che come Francesco di Assisi canta le meraviglie del creato, e Creatore.
Difatti, il canto, nella sua espressione relazionale, si colloca in questo spazio spirituale di dialogo tra “terra e cielo”. La preghiera, quando si fa canto, per dirlo con il linguaggio di Sant’Ignazio di Loyola, risveglia “i moti profondi dell’anima”.

Il canto diventa preghiera profonda perché permette il dischiudersi di un luogo dell’anima dove risiede il senso del divino.

È un’esperienza relazionale dialogica innestata nel mistero ri-velato, collocata nel “qui ed ora” e vissuta tra “il già” e il “non ancora”.
Nella dimensione gruppale, il talento del singolo si configura come prerogativa comportamentale messa a servizio dell’altro, del gruppo. In ambito musicale, e nello specifico in quello corale, i talenti vocali e strumentali si integrano per dar voce alla passione, al desiderio e per realizzare le competenze che, intersecandosi, danno forma all’armonia. La formazione musicale avviene nel gruppo e attraverso il gruppo in un rapporto di costruzione tra i membri che lo compongono e che collaborano al raggiungimento di un obiettivo comune. In questa prospettiva, si genera l’interdipendenza, ovvero la capacità di vedere l’altro secondo la sua duplice valenza: di aiutante ed aiutato, dove le abilità di ognuno si mettono a servizio dell’altro. Innescando fattori cognitivi, emotivo-relazionali e corporei, il gruppo diviene contenitore di vissuti che si proiettano nei risultati attesi.

Nel nostro caso specifico, l’obiettivo del canto corale è orientato all’elevazione di una preghiera comunitaria che nell’atto stesso del suo manifestarsi, diviene alimento per l’anima.

Dopo questo viaggio di intensa spiritualità in Assisi, sentiamo forte la necessità di RINGRAZIARE. “Nella vita ordinaria noi raramente ci rendiamo conto che riceviamo molto di più di ciò che diamo, e che è solo con la gratitudine che la vita si arricchisce.”
“Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono?”. È il disappunto di Gesù nel racconto della guarigione dei dieci lebbrosi…Gesù non è deluso per la scortesia dei nove ingrati, ma perché il dono senza riconoscenza è un dono perduto. Dire “Grazie” è fissare il dono e il donatore. Dire “Grazie” è riconoscere l’altro nella sua dignità e nel suo dono, per quello che si è ricevuto, senza sentirsi inferiori, e per quello che non si è ricevuto, senza risentimento; crea un legame che non è prigione ma riconoscimento delle diversità.

Credere è dire Grazie.

Siamo, dunque, riconoscenti a tutte le persone che in vari modi ci hanno sostenuto e che portiamo nel cuore custodendole come dono che il Signore ci ha fatto. Il nostro grazie va anzitutto a Lui per i doni che continua ad elargire ai nostri cuori…per aver messo nel nostro cammino terreno una guida spirituale, capace di saper scorgere, per poi coltivare la passione del canto e della musica sacra: Padre Tambè e che ora dal cielo, contemplando il volto del Padre, continua a pregare con noi in comunione con la chiesa celeste.
Grazie al nostro amato vescovo, Mons. Rosario Gisana per l’incoraggiamento e l’apostolica benedizione in questa missione come via di evangelizzazione;
Grazie alle Suore Missionarie di Maria della comunità di Assisi per la calorosa accoglienza, ospitalità e disponibilità.
Grazie al maestro della cappella musicale della basilica papale di San Francesco in Assisi,
Padre Peter.
Grazie a tutte quelle persone che ci sostengono e ci incoraggiano con le loro preghiere per non fermarci davanti ai fallimenti e allo scoraggiamento che a tratti sopraggiunge, nel portare avanti la nostra missione di evangelizzazione mediante il canto e la musica sacra.


Coro Magnificat

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