ENNA. “Che fine farà la Casa del Mietitore?”. A chiederlo è il senatore ennese del Movimento 5 Stelle Fabrizio Trentacoste, che già lo scorso fine novembre aveva denunciato l’abuso perpetrato dall’Università Kore nei lavori di messa in sicurezza della ‘Casa del Mietitore’ a Enna Bassa, poi fatti sospendere dal Comune”. “Quello che sta accadendo a questo edificio è assurdo – afferma Trentacoste – un cantiere, in pieno centro urbano, di cui non si sa nulla, anche a causa della mancata esposizione del cartello, prevista dalla legge, e per il quale molti fingono di non vedere. Un abuso è certamente stato commesso, per cui rimango in attesa di sapere quale sanzione verrà comminata a breve e nei confronti di chi, in caso contrario, segnalerò personalmente i fatti all’autorità giudiziaria, chiedendo di intervenire anche nei confronti di chi avrebbe dovuto vigilare e sanzionare”. “La Polizia Municipale ha compiuto due sopralluoghi, il primo a ottobre e il secondo a novembre, a seguito di una mia segnalazione al Comandante, ma solo dopo quest’ultima ha inviato una richiesta all’Ufficio Tecnico comunale di controllo delle autorizzazioni necessarie e della sussistenza di specifici vincoli, a seguito della quale il cantiere è stato sospeso”. “Al riguardo – prosegue il senatore – ho sollecitato la Soprintendenza di Enna per dare un parere risolutivo della vicenda. La stessa Soprintendenza, con una nota dello scorso 22 novembre, ha chiesto al Comune e alla Kore di fornire informazioni sull’epoca di realizzazione dell’edificio in questione e, in attesa di chiarimenti, ad oggi non si è ancora espressa”. “Delude, ma non mi sorprende – conclude Trentacoste – che proprio un’istituzione universitaria stia chiaramente e furbescamente puntando all’abbattimento di questo edificio di valore storico e fortemente identitario per la comunità di Enna Bassa. Evidentemente, gli interessi speculativi in chiave edilizia e la logica economicistica, prevalgono sulla salvaguardia della memoria e del patrimonio storico-culturale della nostra comunità. Viene così riproposto lo schema del passato con cui, sotto gli occhi dei cittadini ennesi, i ‘maggiorenti’ di allora scelsero di demolire diversi edifici medievali e barocchi, incluso un quarto delle chiese cittadine, fregandosene delle regole, imbruttendo e impoverendo il tessuto storico urbano di Enna”. “Adesso l’edificio è scoperchiato e, in pieno inverno, continua a subire danni: se avverrà un crollo sappiamo già chi ne saranno stati i responsabili. Faccio, quindi, un appello alla città e agli ennesi, agli amministratori e agli ordini professionali, in primis degli architetti e degli ingegneri, alle associazioni cittadine, alle persone dotate di coscienza e di sensibilità: blocchiamo questo scempio annunciato e non rinunciamo alla nostra memoria”. GAETANO MILINO
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