Raccolta di firme per garantire la “terzietà” del giudice

Raccolta di firme per garantire la “terzietà” del giudice

- in Enna

L’UNIONE CAMERE PENALI STA RACCOGLIENDO LE FIRME PER SOTTOPORRE AL PARLAMENTO UN PROGETTO DI REVISIONE COSTITUZIONALE AD INIZIATIVA POPOLARE CHE GARANTISCA LA TERZIETA’ DEL GIUDICE. LA CAMERA PENALE DI ENNA, QUINDI, ADERENDO ALL’INIZIATIVA HA INIZIATO QUESTA RACCOLTA ALL’INTERNO DEL TRIBUNALE DI ENNA NEI GIORNI 21-22-23 GIUGNO. LA RACCOLTA FIRME PROSEGUIRA’ NEL COMUNE DI ENNA E NEI COMUNI DELLA PROVINCIA. SI IMPONE QUINDI UNA CORRETTA INFORMAZIONE DEL CITTADINO.

COSA VUOL DIRE SEPARAZIONE DELLE CARRIERE E PERCHE’ È UNA RIFORMA CHE NON INTERESSA SOLO I TECNICI DEL DIRITTO, MA SOPRATTUTTO I CITTADINI. VI E’ UN ARTICOLO DELLA NOSTRA COSTITUZIONE, L’ART. 3, CHE PRESCRIVE L’UGUAGLIANZA DEI CITTADINI DAVANTI ALLA LEGGE. C’E’ UN ALTRO ARTICOLO, SEMPRE DELLA NOSTRA COSTITUZIONE, OSSIA L’ART.111 COST. CHE REGOLA I CRITERI PER “UN GIUSTO PROCESSO” .ECCO, LA RAGIONE DELLA RACCOLTA DELLE FIRME.

E’ NECESSARIO DUNQUE AGIRE PER RENDERE EFFETTIVA LA TERZIETÀ DEL GIUDICE CHE COSTITUISCE IL PRESUPPOSTO DELL’IMPARZIALITÀ DELLE DECISIONI. PER FARE CIÒ È NECESSARIO INTERVENIRE SULLE NORME DEL TITOLO IV DELLA COSTITUZIONE, PER SEPARARE LA MAGISTRATURA GIUDICANTE DA QUELLA REQUIRENTE.

IN BREVE SI TRATTA DI QUESTO: NEL PROCESSO PENALE ACCUSA E DIFESA DEBBONO DIVENTARE PARTI CHE OPERANO SU UN PIANO DI PARITÀ; UNO ACCUSA L’IMPUTATO E L’ALTRO LO DIFENDE; UNO RACCOGLIE LE PROVE CHE DIMOSTRANO LA COLPEVOLEZZA E L’ALTRO QUELLE CHE PROVANO L’INNOCENZA; E TUTTI E DUE SMONTANO LE PROVE DELL’ALTRO COME MEGLIO POSSONO. SOPRA DI LORO STA IL GIUDICE “TERZO E IMPARZIALE” CHE DEVE STABILIRE CHI TRA I DUE HA TORTO O RAGIONE. NE CONSEGUE CHE, ANCHE SE L’ACCUSA È SOSTENUTA DA UN MAGISTRATO, IL PUBBLICO MINISTERO, QUESTO DEVE ESSERE DIVERSO, APPUNTO “SEPARATO”, DAL SUO COLLEGA CHE FA IL GIUDICE: E, PER OTTENERE QUESTO OBBIETTIVO, L’UNICA SOLUZIONE È QUELLA DI PREVEDERE PER I MAGISTRATI DUE CARRIERE SEPARATE; QUELLA DEL GIUDICE E QUELLO DEL PUBBLICO MINISTERO; E NESSUNO DEVE POTER PASSARE DA UN RUOLO ALL’ALTRO.

IL PUBBLICO MINISTERO (L’ACCUSA) DOVREBBE AVERE UN RUOLO PARITARIO A QUELLO DELL’AVVOCATO (LA DIFESA) E AL DI SOPRA DI LORO, IL GIUDICE DEVE DECIDERE LA SORTE “DELL’IMPUTATO”, DEL CITTADINO, IN PIENA IMPARZIALITÀ.

L’IMPARZIALITÀ È CONCETTO CHE ATTIENE ALL’INDIFFERENZA RISPETTO AGLI INTERESSI COINVOLTI NEL PROCESSO; LA TERZIETÀ SI TRADUCE INVECE NELL’EQUIDISTANZA TRA LE PARTI E DUNQUE ALL’ESTRANEITÀ ALLE FUNZIONI DELL’ACCUSA. DUE SOGGETTI DISTINTI, DUE RUOLI DISTINTI: IN UN CONTESTO NEL QUALE L’INTERSCAMBIABILITÀ DELLE FUNZIONI (REQUIRENTE E GIUDICANTE) È LIBERA E, SPESSO, LEGATA A LOGICHE DI SEDE O DI CARRIERA, DEL TUTTO AVULSE DALLE ATTITUDINI, DALLE SENSIBILITÀ E DALLE CAPACITÀ PROFESSIONALI DEI SINGOLI, IL PREGIUDIZIO ULTIMO CADE SULLE SPALLE DEL CITTADINO CHE, A TORTO A RAGIONE, SI TROVI AD AFFRONTARE UN PROCESSO.

 

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