L’assemblea della Camera Penale di Enna fa emergere le diverse criticità del DDL Giustizia

L’assemblea della Camera Penale di Enna fa emergere le diverse criticità del DDL Giustizia

- in Enna

Nei giorni scorsi, il 23 maggio si è riunita l’assemblea della Camera Penale di Enna, per dibattere sulle molteplici questioni sollevate dal DDL recante modifiche al codice penale, di procedura penale ed all’ordinamento penitenziario. A rappresentare la Camera Penale di Enna sono l’Avv. Luigi Spinello (presidente), Avv. Petronilla Patti (segretario), Avv. Luigi Ticino (tesoriere) e poi l’Avv. Maria Concetta Bevilacqua e l’ Avv. Diego Librizzi (consiglieri). Sono state evidenziate diverse criticità nel DDL Giustizia legate innanzi tutto all’istituto della sospensione del corso della prescrizione tra la sentenza di primo grado e le relative fasi di impugnazione.
In particolare, secondo i penalisti ennesi, la sospensione del corso della prescrizione contrasterebbe con la necessità di tempi certi e celeri della giustizia, permettendo che la tempistica dei procedimenti penali – già molto dilatata per la celebrazione del primo grado di giudizio – venga ulteriormente allargata per la trattazione delle fasi di appello prima e di cassazione poi.
Altro aspetto negativo della riforma è stato individuato nell’estensione del dibattimento a distanza poiché così oralità ed immediatezza – tipiche del processo penale – sarebbero ridotte a mero simulacro, con grave compromissione dell’effettività della difesa, che, se è già di per sé vulnerata dalla condizione di detenzione dell’assistito, lo è ancor di più quando essa avviene durante il dibattimento.
Di poi la discussione si è spostata sulla introduzione di limiti nuovi alla proposizione di impugnazione relativa a sentenze di condanna o di assoluzione ed alla grave menomazione che subirebbe il diritto di difesa del condannato a pena definitiva che, pur accedendo al rito previsto avanti i Tribunali di Sorveglianza, vedrebbe la non partecipazione del suo difensore alle udienze che si svolgerebbero solo nell’ufficio del Giudice, senza la minima garanzia difensiva. Poiché detta riforma non porterebbe che effetti negativi, gli iscritti hanno deliberato di continuare nell’astensione già proclamata dalla Unione Camere Penali Italiane, al fine di combattere l’introduzione dell’ennesimo decreto dagli effetti devastanti per il sistema giustizia.

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