Video / Conferenza sul SS Crocifisso della Chiesa Madre di Barrafranca

Video / Conferenza sul SS Crocifisso della Chiesa Madre di Barrafranca

I lamenti nei vari centri dell’ennese e del nisseno hanno lo stesso autore che è Diego Nicolaci originario di Barrafranca; il Crocifisso della chiesa Madre di Barrafranca è stato realizzato in Sicilia tra il XV e il XVI e quindi a produrlo sarà stata una delle botteghe di “crocifissai” dell’epoca riconducibile molto probabilmente alla bottega del Gagini. Questo in sintesi le notizie rivelate dai relatori nella conferenza sull’analisi artistica e storica sul Crocifisso organizzata nella sala comunale “Mons. Cravotta” dalla Pro Loco con il presidente Filippo Salvaggio e il giovane Angelo Angelo Antonio Faraci autore di una tesi di laurea sul Crocifisso della chiesa Madre. La conferenza segue quella della chiesa San Francesco in cui il tema era quello sui lamenti e relatori furono il governatore della confraternita del SS. Crocifisso della Chiesa Madre di Barrafranca, Angelo Faraci e il governatore della confraternita Maria Santissima del Soccorso di Pietraperzia, Giuseppe Maddalena. Ieri è stato rimarcato l’impegno di Angelo Antonio Faraci grazie alla ricerca di archivio iniziata con don Benedetto Mallia e poi continuata con l’attuale parroco della chiesa Madre, don Giacomo Zangara. Durante il convegno è stato fatto vedere l’atto di matrimonio di un tale Diego Nicolaci e l’atto di battesimo. Di Diego Nicolaci ne parla anche lo storico Pitrè per cui studi recentissimi, in corso di pubblicazione, dimostrano che nel XVII a Barrafranca il “leggendario” autore dei lamenti del Venerdì Santo è il “poeta – contadino” Diego Nicolaci di Barrafranca e i cui versi fanno parte dei Lamenti della Settimana Santa dei diversi comuni del circondario come Caltanissetta, Enna, Piazza Armerina, Aidone, Nissoria, Pietraperzia, Regalbuto, Leonforte, Cerami, Villadoro, Centuripe, Catenanuova, Agira, Assoro. Invece la leggenda del ritrovamento del Crocifisso, in base agli studi d’archivio di Angelo Antonio Faraci, assume una certa consistenza storica, poiché il contadino Antonio Ingala risulta esistente in vita dal 1609 al 1665; così come suo fratello Giuseppe (u parracu carceranu), nato nel 1608,cappellano della chiesa di San Sebastiano dal 1665 al 1674. Il Crocifisso della chiesa Madre, databile nella metà del XVI secolo, rientra nelle produzioni in mistura realizzate in Sicilia tra il XV e il XVI. Interessante risulta il confronto con il Cristo Crocifisso della chiesa Madre di Alcamo, opera di Antonello Gagini. Va ricordato che nella Sicilia del Cinquecento erano fiorenti le botteghe di plastificatori di mistura nel territorio messinese e chiamati “crocifissai”.  In particolare, erano attive le botteghe delle famiglie, de’ Li Matinati (Tifano), Pilli, de’ La Comunella e Gagini. Il Cristo barrese si pone con il suo carattere introspettivo e le sue eccellenti qualità plastiche come splendido esempio di scultura siciliana allineata al gusto tosco-veneto. Da studi in archivio, emerge che il Crocifisso è già presente nella chiesa di San Sebastiano nel 1647, inoltra si ritrova il primo documento inerente alla festa che porta la data del 1666. RENATO PINNISI

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