Vittorio Sgarbi è “Caravaggio”: a Caltanissetta e a Enna in un incontro imprevedibile

Vittorio Sgarbi è “Caravaggio”: a Caltanissetta e a Enna in un incontro imprevedibile

Incanta e fa discutere, ironico, controverso, polemico e gagliardo: Vittorio Sgarbi non ha di certo bisogni di presentazioni e ritorna nell’amata Sicilia con due appuntamenti già annunciati sold out!

Si tratta di “Caravaggio”, lo spettacolo multimediale dedicato alla vita e alla pittura rivoluzionaria di Michelangelo Merisi, che martedì 4 aprile alle ore 20.30 sarà messo in scena al Teatro Regina Margherita di Caltanissetta per la stagione firmata da Moni Ovadia e realizzata dal Comune grazie al supporto di Crodino e Caltaqua, e mercoledì 5 aprile, sempre alle ore 20.30, sarà rappresentato al Teatro Garibaldi di Enna, evento fuori abbonamento della stagione firmata da Mario Incudine e realizzata grazie alla sinergia tra il Comune e l’Università Kore.

Uno spettacolo inusuale e tecnologico, fatto di parole e di musica, commistioni video, suggestioni e private ossessioni.

Il critico condurrà il pubblico attraverso la vita e la pittura rivoluzionaria dell’irrequieto pittore italiano, tra i massini esponenti della pittura barocca, in uno spettacolo teatrale, firmato alla regia da Angelo Generali, arricchito dalla musica di Valentino Corvino e dalle immagini delle opere più rappresentative del pittore lombardo curate dal visual artist Tommaso Arosio.
«Caravaggio è doppiamente contemporaneo – dice Vittorio Sgarbi -. È contemporaneo perché c’è, perché viviamo contemporaneamente alle sue opere che continuano a vivere; ed è contemporaneo perché la sensibilità del nostro tempo gli ha restituito tutti i significati e l’importanza della sua opera. Non sono stati il Settecento o l’Ottocento a capire Caravaggio, ma il nostro Novecento. Caravaggio viene riscoperto in un’epoca fortemente improntata ai valori della realtà, del popolo, della lotta di classe. Ogni secolo sceglie i propri artisti. E questo garantisce un’attualizzazione, un’interpretazione di artisti che non sono più del Quattrocento, del Cinquecento e del Seicento ma appartengono al tempo che li capisce, che li interpreta, che li sente contemporanei. Tra questi, nessuno è più vicino a noi, alle nostre paure, ai nostri stupori, alle nostre emozioni, di quanto non sia Caravaggio».

“Caravaggio” non è uno spettacolo tradizionale, a partire dal primo attore che è un critico d’arte, e non è una conferenza. Vittorio Sgarbi mette intenzionalmente cultura e ars polemica al servizio di un vero e proprio spettacolo teatrale, in cui Caravaggio, poeta della realtà e pittore degli ultimi, “dialoga” con il Novecento e i suoi abitanti.
Vero e proprio evento culturale live, ideato per coinvolgere, per attrarre e per scaldare menti e cuori alla riscoperta di una vita unica e di un’arte altissima, “Caravaggio” trova luogo ideale di espressione nel teatro, sulle assi del palcoscenico, con la concentrazione nata dal buio in sala, il nitore delle immagini proiettate e la pulizia delle note suonate.
Uno spettacolo nuovo in più sensi: perché innovativo, da una parte, ma anche perché innesta l’arte a una struttura drammaturgica in cui i due protagonisti, Caravaggio e Sgarbi, si incontrano imprevedibilmente.

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