Siciliani e Sicilianità- Il mito di TIFEO, il gigante intrappolato in terra di Sicilia

Siciliani e Sicilianità- Il mito di TIFEO, il gigante intrappolato in terra di Sicilia

14-_La_disfatta_dei_Giganti_con_Tifeo_sotto_l'isola_d'_IschiaChe cosa sarebbe la Sicilia senza le sue leggente, senza i suoi miti, fatti di storia e fantasia, nell’incessante ricerca della spiegazione della nascita di questa terra, decantata dai poeti e tanto amata da Goethe.

Oggi parleremo del “Mito del gigante Tifeo”, di quel gigante intrappolato in terra di Sicilia che, dalla sua bocca, erutta fuoco. Il mito tende a spiegare il motivo delle continue eruzioni dell’Etna e i non pochi movimenti tellurici di questa terra. La leggenda narra di un gigante chiamato TIFEO (anche Tifone), condannato dagli Dei a sorreggere la Sicilia per aver osato scalare il cielo per impadronirsi della sede celeste, imitando i Titani. Tifeo è figlio di Tartaro, personificazione degli Inferi e di Gea, la Madre Terra. Il gigante è mostruoso, con centinaia di teste di drago. La madre lo destina a una lotta senza quartiere contro Zeus, colpevole di aver sconfitto i Titani, anch’essi figli di Gea. Nel corso di uno dei tanti combattimenti fra i due, Tifeo fugge verso oriente per riordinare la sua strategia. Arriva così ai limiti del territorio siriano e si ferma in attesa. Ricomincia la lotta con Zeus, ma questa volta il gigante strappa l’arma dalle mani del Re degli dei. Con questa taglia i tendini dei piedi e delle mani di Zeus, poi lo scaraventa dentro una grotta in Cilicia, distretto sulla costa sud orientale dell’Asia Minore. Zues riceve, però, l’aiuto di Hermes e Pan che ritrovano i suoi tendini, lo rimettono in sesto e lo riportano sull’Olimpo, pronto a ricominciare il confronto. Sul monte Nisa, le Moire (le tre filatrici, le Klothes, rappresentanti il destino) lo rifocillano con frutti solitamente destinati ai mortali: lui, creatura divina, al contatto diretto con quel cibo, inizia a perdere le forze. Zeus approfitta subito dell’occasione e ferisce profondamente il gigante che inizia a perdere tantissimo sangue (da quel momento il monte dove si è svolta quest’ultima fase della lotta, è chiamato Emo, sangue in greco). Tifone fugge in Sicilia, ma il Re degli dei lo insegue e lo imprigiona per sempre sotto l’Etna. Così con la mano destra sorregge Peloro (Messina), con la sinistra Pachino, con le gambe sorregge Lilibeo (Marsala) e con la testa l’Etna vomitando fiamme dalla bocca. Alle volte Tifeo prova a scrollarsi di dosso il peso dell’isola, delle montagne e delle città ed è in quel momento che la terra trema producendo terremoti.

Tipico esempio di come il mito intervenga a spiegare eventi naturali che l’uomo da se non riusciva a capire!

Rita Bevilacqua

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