La società di basket, Libertas Consolini esempio di integrazione sociale. Il coach Milano: ” Per noi un extracomunitario non è un diverso ma un fratello”

La società di basket, Libertas Consolini esempio di integrazione sociale. Il coach Milano: ” Per noi un extracomunitario non è un diverso ma un fratello”

- in Enna, Sport

In un periodo dove tanti dibattiti nascono sulle problematiche di integrazione, in un periodo dove tutti hanno paura di tutti o dubitano di ognuno, ci sono realtà come quella della Libertas Consolini di Enna che ha deciso di accogliere ragazzi extracomunitari. “Lo sport, come il mondo – afferma Francesco Milano, coach della Consolini – è di tutti e tutti lo devono vivere serenamente senza nemmeno pensare al colore della pelle dell’altro”. Il giovane ennese Milano nel 2013 ha vissuto un’esperienza in Zambia da volontario e questa esperienza lo ha segnato dato che visse in mezzo ai bambini delle baraccopoli africane. La Consolini, società che ad Enna opera nello sport da ben 36 anni, presenta un notevole numero di bambini e ragazzi provenienti da altri paesi. Dalla Romania alla Tunisia, passando per Filippine e Nigeria. Tanti atleti che si sono ritrovati senza alcuna difficoltà o senza nessun pregiudizio da parte degli altri,hanno vissuto emozioni sportive durante la loro permanenza ad Enna. “Integrazione per noi non significa accogliere ma dar la possibilità, a persone provenienti da altri paesi, di potersi manifestare nel nostro mondo, di potersi fondere con noi, perchè nessuno è diverso”- continua coach Milano. Quest’anno al Campionato Federale di Prima Divisione Maschile parteciperanno insieme agli ennesi, un ragazzo Nigeriano, Emmanuel Esele e due ragazzi Filippini, Edward Atenciana e Paulo Maglinao. Il nigeriano, immigrato quest’estate, vive in un centro di accoglienza ad Enna mentre i ragazzi filippini da tempo, nella nostra città, si sono ben ambientati ed hanno finalmente realizzato il loro sogno, quale quello di trovare una squadra di basket per poter giocare. La società sta aspettando i transfer dei giocatori da parte delle federazioni cestistiche di provenienza. Ragazzi che nelle rispettive nazionali hanno sempre giocato a basket, anche se non a livello federale, poichè non tutti hanno questa possibilità, oggi trovano le braccia aperte da parte di una società che, vuole lanciare un bel messaggio di solidarietà e sensibilità. Nella giornata di ieri tanto entusiasmo da parte dei bambini per aver ricevuto la visita di Esele, Atenciana, Magliano ed il Capitano Girasole. I ragazzi, emozionati nel trovarsi tutti i bambini felici, hanno passato un’ora a giocare ed a dare consigli tecnici ai piccoli atleti del Centro di minibasket. “Abbiamo deciso di presentare i ragazzi ai nostri piccoli bambini non per caso ma per un valido motivo: l’integrazione e la sensibilità per persone provenienti da altri popoli deve essere educata già da piccoli. Il problema del razzismo negli stadi è dovuto più che ad una scarsa sensibilità, ad una mancanza di educazione all’integrazione. E lo sport stesso deve essere lo strumento per risolvere questo handicap”. Senza dimenticare le sorelle Sara e Ines Tlili e Aurelia Brutaru, rispettivamente, nate in Italia ma di genitori tunisini le prime due e rumena la seconda. Anche loro prenderanno parte al primo campionato regionale federale femminile anche se a differenza degli altri, loro hanno appreso qui, da due anni, i fondamentali della pallacanestro, grazie alla tanta voglia di mettersi in gioco. Per non parlare di altri piccoli atleti, anch’essi extracomunitari, che con altri minicestisti della nostra città, partecipano a staffette, mini match e tante manifestazioni a carattere regionale federale. Si deve merito alla società che, molto sensibile alle tematiche dei giovani, anche in questo ricopre un ruolo molto importante, quale quello di offrire un servizio sociale a tutta la popolazione, nessuno escluso.

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